Non si ferma la protesta dei patronati contro i tagli delle risorse contenuti nella legge di Stabilità, che, se confermati, cancelleranno il diritto di ogni persona ad avere l’assistenza previdenziale e socio-assistenziale gratuita garantita da questi istituti. Inoltre, il numero di coloro che rischiano di perdere il lavoro si attesta attorno al 70% degli organici complessivi dei vari patronati, ovvero migliaia e migliaia di persone in Italia e circa 100 in Umbria.
Una battaglia che incontra sempre di più il sostegno della popolazione, come conferma il numero impressionante di adesioni alla petizione unitaria contro i tagli raccolte in Italia e in Umbria (oltre 10mila nella nostra regione).
Oggi, 15 novembre, si è svolta la giornata nazionale di protesta, con iniziative unitarie in 200 piazze italiane e ben 9 in Umbria. I patronati Acli, Inas, Inca e Ital hanno infatti allestito dei punti informativi e per la raccolta firme a Perugia (Mercato Pian di Massiano), Terni (Piazza della Repubblica), Umbertide (Piazza Matteotti), Gubbio (Piazza Quaranta Martiri), Castiglione del Lago (Centro Commerciale Agilla), Todi (Area Mercato Porta Romana), Foligno (Piazza della Repubblica), Spoleto (Piazza Garibaldi) e Orvieto (Atrio Palazzo del Governatore). Qui, le lavoratrici e i lavoratori dei patronati hanno incontrato la cittadinanza allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica su una questione vitale per il rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti.
Acli, Inas, Inca e Ital ribadiscono con forza che la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com’è, si tradurrebbe in un’altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli. I lavoratori dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all’Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico.
Commenta per primo