
Festa della donna. Conferenza-dibattito su: “La donna tra immagine e realtà”
In occasione della Festa della donna sabato 5 marzo, Officina teatrale la piazzetta, ore 17.30, primo appuntamento delle iniziative organizzate dal Comune di Magione con la conferenza-dibattito sul tema “La donna tra immagine e realtà” con interventi di Rosella De Leonibus, psicoterapeuta; Sara Pasquino, avvocata; Fiammetta Mosconi, psicologa e dell’attrice Francesca De Martini, rappresentante dell’associazione Unione nazionale interpreti teatro e audiovisivo (Unita), l‘incontro sarà coordinato dalla giornalista Elena Teatini.
Elemento centrale della conferenza sarà la riflessione sulla rappresentazione troppo spesso standardizzata della donna rispetto alla molteplicità dei modelli femminili esistenti nella realtà e quanto questo influisca sulla difficoltà a rimuovere gli stereotipi di genere.
Festa della donna appuntamenti fino al 25 marzo
Sono queste le considerazioni da cui l’assessorato alle politiche sociali del Comune di Magione, assessore Eleonora Maghini, in collaborazione con l’assessore alla cultura Vanni Ruggeri, è partito per impostare il programma di iniziative del Comune di Magione in occasione dell’8 Marzo, Festa della donna. Programma che prevede conferenze, presentazione di libri, letture per bambine e bambini, spettacoli fino al 25 marzo sia in presenza che online.
“Un itinerario di riflessione critica – commentano gli assessori Eleonora Maghini, politiche sociali, e Vanni Ruggeri, cultura – che muove dall’urgenza di riconoscere quanto la rappresentazione pubblica transmediale influisca profondamente sulla costruzione di percezioni, di identità e di linguaggi che possono o meno alimentare il pregiudizio di genere. Un catalogo ragionato degli stereotipi da contrastare quotidianamente, perché più radicati e resistenti, capaci di condizionare pensieri e azioni non solo degli uomini, ma delle donne stesse spesso relegate “ad una dimensione” o prigioniere di un sistema che ne limita le potenzialità. È difficile non interrogarsi sulla necessità di parlarne. Sul dovere di analizzare il fenomeno non con il cannocchiale, ma con la lente di ingrandimento, a partire da ciò che ci è più vicino, dall’esperienza individuale, dal quotidiano confronto tra ruoli e responsabilità, dalla narrazione stereotipata imposta dai media e accettata passivamente, dal linguaggio della discriminazione caduto nell’indifferenza di chi sta accanto, spesso la prima e dolorosa forma di violenza.”
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