
Alex ucciso, la madre: «Dormivo, al risveglio era pieno di sangue»
«Ho visto Alex pieno di sangue ho chiamato il 112 per chiedere aiuto e poi l’ho portato in braccio al supermercato. Era pesante, sembrava svenuto». A parlare è la donna di 45 anni accusata di aver ucciso a coltellate il figlio Alex di soli due anni a Po’ Bandino il primo ottobre 2021. Il Corriere dell’Umbria e il Messaggero dell’Umbria di oggi della carta stampa riportano l’argomento, raccontando quanto accaduto ieri mattina in aula.
«Si è accoltellato», «è stato un uomo nero che passava sulla strada, mi è apparso anche un uomo bianco che parlava la mia lingua». Sono tutte frasi che la donna ha pronunciato. La ex ballerina ha poi chiesto di poter tornare in cella perché non si sentiva bene. L’ungherese ha revocato l’incarico all’avvocato Enrico Renzoni e ha nominato Luca Maori e Giulia Bongiorno, la coppia che ha portato all’assoluzione di Raffaele Sollecito nel processo per la morte di Meredith Kercher.
L’avvocato Maori ha già accettato l’incarico e sarà al fianco della donna già dalla prossima udienza, non c’è certezza che Bongiorno accetti. E’ stata anche sentita la psichiatra del carcere di capanne che l’ha incontrata la mattina dopo il delitto.
La donna ieri ha raccontato la sua infanzia, i genitori alcolizzati, le foto di nudo a 16 anni, il lavoro nei locali a luci rosse e poi la nascita del primo figlio, il ritorno in Ungheria e il successivo rientro in Italia come ballerina di night club. Poi l’incontro con Norbert Juhasz, la gravidanza, la nascita di Alex e la battaglia giudiziaria per l’affidamento, iniziata già con l’esame del dna perché lei non era convinta fosse lui il padre. Fino all’affidamento che le ha fatto ritenere opportuno allontanarsi dall’Ungheria il 12 settembre. E poi il viaggio a Roma, il passaggio a Chiusi e infine quelle ultime ore tra Po’ Bandino e Città della Pieve. Si torna in aula il 10 marzo prossimo.
Commenta per primo