E’ la 20° tragedia dall’inizio del 2019, il 4° suicidio per l’Arma dei carabinieri
Appuntato scelto dei Carabinieri si toglie la vita a Perugia
Un appuntato scelto dell’Arma dei carabinieri della forestale, in servizio a Perugia, si è tolto la vita nella propria abitazione. Aveva 49 anni e si è ucciso impiccandosi, lascia la moglie e due figli, uno di 9 e l’altro di 13 anni. La tragedia, secondo quanto riportato da Infodifesa.it, sarebbe avvenuta ieri
Nel silenzio dei media, continua la strage silenziosa degli appartenenti alle Forze di Polizia, numeri che stracciano ogni statistica e che dovrebbero far capire che il problema non è solo di natura familiare o economica, è un malessere più profondo e inascoltato. La pagina “Federazione rinascita forestale ambientale” scrive: «Oggi pomeriggio – ieri ndr -, a Perugia, un altro collega forestale si è tolto la vita, lasciando una moglie e due figli. Provoca sempre una profonda tristezza e un grande dispiacere sapere che un collega si è suicidato. Ciao Andrea, riposa in pace. I Forestali d’Italia ti sono vicino e partecipano al dolore dei tuoi cari».
I suicidi, riporta il sito internet, si susseguono con una cadenza impressionante. Secondo quanto riportato si tratta della 20esima tragedia dall’inizio di quest’anno. Il quarto, è scritto, per l’Arma dei Carabinieri.
Numeri allarmanti, scrive Infodifesa.it, in percentuale doppi rispetto alla popolazione italiana, ma anche nettamente superiori a Paesi analoghi al nostro. Inferiori solo alla Francia, dove il fenomeno dei suicidi costituisce una vera e propria emergenza.
Ancora oggi non si riesce a tracciare una linea programmatica di prevenzione in termini di benessere e salute delle operatrici e degli operatori della Polizia di Stato.
I vertici delle forze di polizia, ancora oggi, non perdono occasione di sostenere che non esiste una linea di demarcazione netta tra la dimensione personale dei lavoratori di polizia e quella professionale, ma anche di riaffermare la tesi secondo cui “il rischio fa parte del nostro mestiere”. Il rapporto di lavoro è ancora legato al concetto di “appartenenza”, è così che vengono definiti lavoratrici e lavoratori di polizia.
I poliziotti sono solo parte di questa società, appartengono a qualcosa o a qualcuno che, però, non si prende cura di loro. Sono elementi di una relazione estremamente destrutturante che, se non spiega la fenomenologia del disagio nel suo complesso, ne alimenta gli effetti negativi.
Il suicidio tra gli appartenenti alle Forze di Polizia è una vera e propria emergenza, una condotta distruttiva, sintomo tragico di una profonda sofferenza interiore, di un disagio personale fatto di concause che si correlano a sofferenza della nostra esistenza quotidiana. C’è il desiderio disperato di dignità in un essere umano che sceglie il suicidio.
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