Compra stufa a pellets per avere incentivi statali, ma non le rispondono più
Una signora di Tuoro sul Trasimeno ci contatta denunciando di aver acquistato una stufa a pellet in conto termico con rimborso dallo Stato, con il risultato che l’azienda venditrice non ha fatto altro che creare problemi per i moduli da inviare. Successivamente a causa della pandemia da Covid tutte le pratiche sono state rimandate finché sono decadute (probabilmente per scadenza dei termini), con il risultato che la signora ha perso il diritto di rimborso.
La donna ha cambiato una vecchia stufa con una nuova, espletando le formalità necessarie e perdendo il rimborso con la giustificazione di non aver inviato i documenti giusti e molte altre scuse,
I contatti, val bene raccontarli, con l’azienda si sono sempre svolti tramite mail e a tutt’oggi non è riuscita ad avere risposte concrete.
Dopo aver ricevuto un acconto di 150 euro, l’azienda ha “smarrito” la ricevuta di pagamento che, di conseguenza, non ha inviato anche se rientrava nelle pratiche di sua spettanza.
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La vittima di questa brutta vicenda ha depositato il saldo di 2.350 euro per un totale di 2.500 euro.
Se la signora non avesse aderito alla campagna di incentivi statali, avrebbe potuto acquistare la stessa stufa a 1.300 euro ma si è lasciata convincere dalla promessa di rimborso del 60% per una stufa, comunque buona. Purtroppo avendo perso l’incentivo a causa – così sembra – dell’inadempienza dell’azienda, si è trovata a spendere una cifra molto più alta mentre avrebbe potuto prendere un buon prodotto spendendo molto meno.
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Tante scuse, ma niente di concreto, purtroppo
La nuova stufa è funzionante (almeno quello sic) ed ha sostituito una vecchia stufa che è stata ritirata dall’azienda al momento del montaggio del nuovo acquisto, con la promessa di ricevere uno sconto grazie alla permuta. Purtroppo la signora non ha ricevuto niente, se non continue scuse.
Nonostante le svariate mail e firme che ha dovuto inviare è rimasta senza risposta non solo alle mail ma anche alle telefonate fatte ai recapiti telefonici che le erano stati lasciati.
A UmbriaJournal non è restato altro che lasciarle il recapito di un referente di Federconsumatori nella speranza che trovi l’assistenza giusta, sia per lei sia per altre persone che possono essere state vittime della stessa sorte.
Alla signora per ora resta il rammarico di essere stata “fregata” in buona fede dopo aver visionato molti documenti inviatole dal venditore che dopo la vendita, avrebbe preso le distanze senza dare assistenza in quanto “unico responsabile della transazione”, mentre a suo dire, la parte burocratica è di pertinenza dall’azienda.
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