da Riccardo Liguori
Nominato da papa Francesco vescovo ausiliare dell’Archidiocesi di Perugia Città della Pieve e titolare di Termini Imerese lo scorso 30 maggio, mons. Paolo Giulietti riceverà l’ordinazione episcopale domenica 10 agosto, festa liturgica di san Lorenzo, diacono e martire, cui è dedicata la cattedrale di Perugia. Proprio nella chiesa cattedrale perugina, alle ore 18, alla presenza di diversi arcivescovi e vescovi anche di fuori regione e di numerosi sacerdoti, religiosi e fedeli laici, mons. Giulietti verrà ordinato vescovo dai cardinali Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e vice presidente della Cei, Ennio Antonelli, presidente emerito del Pontificio Consiglio per la Famiglia e già arcivescovo di Perugia, che ordinò mons. Giulietti sacerdote nel 1991, e mons. Giuseppe Chiaretti, arcivescovo emerito, durante il cui episcopato mons. Giulietti ricoprì l’incarico di responsabile dell’Ufficio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei, organizzando la partecipazione degli italiani alle Giornate Mondiali della Gioventù (GMG) di Toronto (Canada), Colonia (Germania) e Sidney (Australia). Mons. Giulietti ha maturato la sua esperienza pastorale anche in parrocchia; negli ultimi sette anni, di cui quattro da vicario generale, è stato parroco a Ponte San Giovanni, Balanzano e Pieve di Campo e amministratore parrocchiale prima a Cenerente, Canneto, Capocavallo, San Giovanni del Prugneto e San Giovanni del Pantano e poi a Ponte Valleceppi e Pretola. Tanti suoi ex parrocchiani, insieme a una nutrita rappresentanza di membri della Confraternita di San Jacopo de Compostela in Perugia (di cui mons. Giulietti è assistente spirituale) e a una delegazione di fedeli dell’antica Diocesi di Termini Imerese in provincia di Palermo, gremiranno, domenica prossima, la cattedrale di San Lorenzo per partecipare alla solenne celebrazione. Sono trascorsi quaranta anni da quando un arcivescovo di Perugia si avvalse della collaborazione pastorale di un ausiliare. L’ultimo fu mons. Giovanni Benedetti, nominato ausiliare sul finire del 1974 per poi diventare vescovo residenziale di Foligno nel 1976.
Il cardinale Bassetti, in occasione dell’annuncio della nomina di mons. Giulietti a suo ausiliare, ha detto: «ho trovato in lui la persona e il sacerdote in grado di portare avanti il lavoro già avviato insieme per la Visita pastorale e per tutti quei servizi diocesani che si presentano essenziali e urgenti, oggi più che mai, nella prospettiva di una “conversione pastorale” e in quella esigenza sempre più avvertita e segnalata da papa Francesco di un Chiesa “in uscita” verso le periferie geografiche sociali ed esistenziali che anche nel nostro territorio esistono. La varietà e l’importanza di esperienze pastorali fatte da don Paolo, soprattutto quella di parroco, si va ad aggiungere alla sua peculiare attitudine e preparazione nei confronti dei giovani … Di uno slancio giovanile ha bisogno la nostra Diocesi – ha proseguito il porporato – anche per il carattere di città dove confluiscono molti giovani sia per le due Università e gli altri istituti di cultura, sia per la forte immigrazione e il richiamo di eventi culturali. Il suo lavoro in questi settori d’altra parte è già stato avviato in quanto vicario generale ed ora potrà continuarlo con il dono della pienezza dell’Ordine sacro, la dignità e la grazia dell’episcopato. Questa scelta onora e premia in qualche modo tutto il presbiterio diocesano nel quale don Paolo è pienamente e felicemente inserito e che non gli farà mancare amicizia e collaborazione, così come da parte di tutto il popolo di Dio specialmente dei laici impegnati in servizi pastorali».
In un’approfondita intervista rilasciata a «Umbria Radio» (in onda giovedì 7 agosto, alle ore 17.30, con replica venerdì 8 agosto, alle ore 9.05) e al settimanale «La Voce» (in edicola venerdì 8 agosto), a cura di Francesco Locatelli e Maria Rita Valli, mons. Giulietti parla della Chiesa perugino-pievese «più collegiale» e «più missionaria» con la presenza di «due apostoli», il cardinale arcivescovo e il vescovo ausiliare, definiti dallo stesso mons. Giulietti «due doni di papa Francesco alla nostra Chiesa diocesana». Questo vuol dire «una maggiore responsabilità» come Chiesa locale «chiamata ad essere più collegiale per una maggiore comunione e più missionaria, cioè accogliere questo “raddoppio” degli apostoli come una sollecitazione ad essere maggiormente coinvolta in quell’essere “in uscita”, espressione molto forte e bella del Papa, per dire che la Chiesa deve essere estroversa, cioè guardare al di fuori dei propri confini ed essere fondamentalmente orientata all’annuncio del Vangelo».
Dove nasce la vocazione al sacerdozio del vescovo ausiliare eletto?
Mons. Giulietti, in quest’intervista il cui testo integrale è consultabile anche nel sito: www.umbriaradio.it, parla anche della sua vocazione che «nasce nella Parrocchia di Case Bruciate in Perugia, quando era parroco don Antonello Pignatta, nell’ambito dell’Oratorio, dei campeggi, della Pastorale giovanile, come desiderio di servire soprattutto le nuove generazioni …». Dopo il Seminario, mons. Giulietti ha studiato Pastorale giovanile alla Pontificia Università Salesiana. La sua vocazione nasce, soprattutto, «negli anni in cui l’arcivescovo mons. Cesare Pagani istituiva la Consulta diocesana dei giovani con il primo convegno giovanile “Uomini per il terzo millennio” e nella riscoperta del valore della Diocesi, che allora non era molto sentito. Per fortuna oggi – commenta mons. Giulietti – abbiamo molto più chiara la percezione che la Diocesi è il luogo in cui si vive la pienezza dell’essere cristiani». Nel definirsi un «vescovo del Concilio», è nato nel 1964, l’anno della Lumen Gentium, mons. Giulietti afferma che «i giovani devono essere protagonisti della missione della Chiesa e anche della sua presenza nel mondo. Credo che qui si debba insistere di più: dare ai giovani gli strumenti per essere non solo dei buoni cristiani, ma anche degli onesti cittadini, come diceva don Bosco: avere questi strumenti per essere protagonisti nello scenario sociale, culturale, politico della nostra città».
Non regali per l’ordinazione episcopale, ma offerte per il “Centro Studi Don Bosco”
Alla realtà della cooperativa “Centro Studi Don Bosco” – Onlus, che da alcuni anni porta avanti con fatica e generoso impegno l’Istituto scolastico “Donati-Ticchini” in Perugia, mons. Giulietti ha pensato, esprimendo il desiderio di «non voler ricevere regali» per la sua ordinazione episcopale, chiedendo di sostenere con un’offerta le attività di questa realtà educativa. «Nel mezzo del decennio che la Cei ha dedicato all’educazione – scrive mons. Giulietti in una lettera inviata ai suoi numerosi amici ed amiche – , incoraggiare l’opera di una scuola – e di una scuola cattolica – costituisce un segno di speranza per il Paese, di amore per le nuove generazioni, di consapevolezza dell’importanza di una presenza cristiana in questo campo così decisivo».
La passione per i pellegrinaggi a piedi … esperienze significative anche a livello pastorale
Altro aspetto importante nella sua formazione spirituale e pastorale è stato il pellegrinaggio, che ha scoperto «grazie all’attività giovanile – evidenzia mons. Giulietti –, anche perché Giovanni Paolo II aveva pensato alle Giornate Mondiali della Gioventù come un’esperienza di pellegrinaggio, ovviamente non a piedi, ma con tutte le dinamiche tipiche del pellegrinaggio». Appassionato di pellegrinaggi a piedi, in bicicletta e in canoa, mons. Giulietti è restato affascinato da quelli sulla “Via di Santiago de Compostela” e sulla “Strada di san Francesco”. Per prepararsi all’ordinazione episcopale ha percorso a piedi la “Via Lauretana”, da Loreto ad Assisi, «una specie di esercizio spirituale itinerante – l’ha definito –. Credo sia un’esperienza molto significativa dal punto di vista pastorale; man mano che li facevo comprendevo dal punto di vista antropologico e spirituale quali fossero le dinamiche di queste esperienze che sono efficaci per l’uomo di oggi, per i giovani di oggi. Continuerò a fare pellegrinaggi a piedi anche in futuro, fino a quando ne avrò le possibilità … fisiche».
L’importanza dei mass media per la Chiesa …
I media ecclesiali umbri dedicheranno ampi servizi all’ordinazione episcopale di mons. Giulietti. Il settimanale «La Voce» realizzerà delle pagini speciali per l’evento; «Umbria Radio», della quale il vescovo ausiliare eletto è il direttore dei programmi, seguirà in diretta la concelebrazione eucaristica dell’ordinazione con collegamenti dalla cattedrale di San Lorenzo; i siti www.chiesainumbria.it e www.diocesi.perugia.it realizzeranno la diretta streaming. Riguardo alla comunicazione sociale, mons. Giulietti, sempre nell’intervista rilasciata a «Umbria Radio» e a «La Voce», ritiene che «in una Diocesi sia importantissima, perché la missione della Chiesa passa attraverso la relazione, sia quella che si vive gomito a gomito nelle parrocchie sia quella che si vive attraverso i mass media. I media, al di là di quello che si dice, sono un mezzo che la Chiesa ha per dire: ci interessa comunicare con tutti, parlare con tutti, che la voce della Chiesa raggiunga il maggior numero possibile di persone, anche con l’attenzione di una voce rispettosa, dialogica, non arrogante, però presente e attenta. Quindi, penso che i media siano uno strumento che la Chiesa ha per essere in relazione con il mondo; se mancassero, mancherebbe qualche cosa di importante».
Com. Stampa a cura di Riccardo Liguori /
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Lo stemma e il motto episcopale “Opere et veritate” di mons. Paolo Giulietti
Uno stemma episcopale sobrio ma con simboli dal ricco significato teologico-pastorale, è quello di mons. Paolo Giulietti, che ha scelto come suo motto: “opere et veritate”. «E’ la conclusione – spiega lo stesso vescovo ausiliare eletto di Perugia-Città della Pieve – di una frase contenuta nella prima lettera di Giovanni (1Gv 3, 18): “figlioli, non amiamo a parole, né con la lingua, ma con i fatti e nella verità” (opere et veritate). Il motto vuole sottolineare la centralità dell’amore nella vita della Chiesa; un amore fattivo e onesto – evidenzia mons. Giulietti –, perché c’è bisogno di contrastare l’amore a parole, in quanto, oggi, tutti chiacchierano. Fa, infatti, più notizia non il fare una cosa, ma dire che verrà fatta. Noi abbiamo imparato a rendere le chiacchiere notizia. Ma le chiacchiere non sono notizia: lo sono i fatti. Quindi, amiamo con i fatti e “nella verità”».
Lo stemma episcopale, che intende esprimere questo motto, si presenta nella parte superiore con una fascia orizzontale di colore rosso, il colore dell’amore e della carità, all’interno della quale sono disegnate tre conchiglie bianche, il segno per eccellenza del pellegrinaggio e tre per indicare i “pellegrinaggi maggiori” della storia del cristianesimo: Roma, Santiago de Compostela e Gerusalemme. «Pellegrinaggio anche come popolo di Dio in perenne cammino verso il suo Signore – spiega mons. Giulietti –, ma anche il “movimento” della Trinità verso l’uomo, di questo Amore che ci viene incontro, perché il cammino dell’uomo è la risposta al cammino di Dio che per primo ci viene incontro, e quindi da carità che sta sopra di tutto». Nella parte bassa è disegnato un sole con sopra la croce per indicare «lo splendore della verità, manifestata in Cristo, “luce vera che illumina ogni uomo” (Gv 1, 9), soprattutto nell’ora suprema del suo sacrificio pasquale, con lo sfondo di colore blu, il colore dell’idealità, del cielo, di quello che è la parte alta dell’uomo».
R. L. /
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Breve Biografia di mons. Paolo Giulietti,
vescovo ausiliare eletto di Perugia-Città della Pieve, titolare di Termini Imerese
Mons. Paolo Giulietti è nato a Perugia il 1 gennaio 1964, ordinato presbitero in 29 settembre 1991 dopo aver frequentato il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dall’ottobre 1985 al giugno 1991. Il 25 luglio 2005 viene nominato da Papa Benedetto XVI Cappellano di Sua Santità con il titolo di monsignore come riconoscimento alla sua opera svolta da responsabile del Servizio nazionale per la Pastorale giovanile della Cei dal 2001 al 2007, distinguendosi nell’organizzazione della partecipazione di migliaia di giovani italiani alle Giornate Mondiali della Gioventù di Toronto, Colonia e Sidney. Ai giovani ha sempre rivolto la sua attenzione pastorale promuovendo da direttore diocesano e regionale della Pastorale giovanile un’opera di evangelizzazione che ha visto protagonisti gli stessi giovani. Non è un caso che i suoi studi teologici superiori l’abbiano portato a conseguire la Licenza in Teologica pastorale con specializzazione in Pastorale giovanile presso il Dipartimento di Pastorale Giovanile e Catechetica della Pontificia Università Salesiana. Per diversi anni è stato assistente diocesano del Settore Giovani dell’Azione Cattolica e dell’ACR e del Gruppo FUCI di Perugia. E’ stato anche responsabile e formatore degli Obiettori di Coscienza della Caritas diocesana e assistente spirituale della Comunità di Accoglienza Caritas per detenuti “San Giuseppe Cafasso”. E’ stato parroco ed amministratore parrocchiale dal 2007 al 2012 e da vicario generale (nomina ricevuta nel 2010) ha svolto fino a luglio 2014 le funzioni di amministratore parrocchiale, oltre ad essere canonico della cattedrale di San Lorenzo. Attualmente è assistente spirituale della Confraternita di San Jacopo di Compostella in Perugia, presidente dell’Associazione “Hope”, direttore dei programmi di «Umbria Radio» (emittente diocesana a diffusione regionale aderente al Circuito nazionale «InBlu») e membro del Consiglio di amministrazione della Fondazione Giovanni Paolo II per la gioventù in Roma. Promotore del pellegrinaggio a piedi e grande conoscitore degli itinerari percorsi da milioni di pellegrini ogni anno nel raggiungere le principali mete di spiritualità del continente europeo, come Santiago de Compostela, Roma, Loreto e i luoghi sacri di Terra Santa, è autore di alcune guide per pellegrini, tra le quali La Via di Francesco, rivelatasi una sorta di “bestseller” in questo settore dell’editoria. Si tratta della guida ufficiale per i pellegrini sulla strada di san Francesco d’Assisi, «per entrare in contatto con la sua straordinaria esperienza di vita, che non smette di affascinare e di interrogare gli uomini di ogni tempo», realizzata in collaborazione con il “Consorzio Umbria and Francesco’s Ways” sostenuto ed incoraggiato da mons. Giulietti.
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