A Villa Umbra rapporto annuale Banca d’Italia su economia regionale

Villa Umbra, seminario su trasparenza dell’azione amministrativa

PERUGIA  30 giu.’15 – Analizzare i dati dell’economia in Umbria per meglio comprendere il contesto in cui si trovano ad operare sia la Pubblica Amministrazione che i soggetti attivi nel settore privato. Questo è l’obiettivo del seminario che si terrà a Villa Umbra il prossimo 7 luglio, a partire dalla 9.30. Ad aprire i lavori sarà Alberto Naticchioni, amministratore unico della Scuola umbra di amministrazione pubblica. Per la filiale di Perugia della Banca d’Italia interverranno Marco Ambrogi, direttore, Mario Ferrara, dirigente, Paolo Guaitini e Daniele Marangoni, rispettivamente responsabile e addetto del Nucleo per la ricerca economica. Prenderanno poi la parola Marcello Nasini, vicepresidente dell’Anci Umbria, Roberto Segatori, docente di Sociologia dei fenomeni politici del dipartimento di Scienze politiche e sociali dell’Università degli studi di Perugia, Salvatore Santucci, presidente di Gepafin e docente della Scuola umbra di amministrazione pubblica. Per le conclusioni interverrà l’assessore regionale alla competitività delle imprese, all’innovazione del sistema produttivo, al lavoro e alla formazione, Fabio Paparelli.

L’iniziativa, organizzata dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica in collaborazione con la filiale di Perugia della Banca d’Italia, prenderà avvio proprio con la presentazione del rapporto annuale della Banca d’Italia sull’economia regionale. Il report, realizzato dai ricercatori del nucleo per la ricerca economica della banca centrale italiana, descrive analiticamente il quadro inerente l’economia reale, l’intermediazione finanziaria e la finanza pubblica decentrata, soffermandosi sullo stato di salute delle attività produttive, sul livello del mercato del lavoro, sulle condizioni economiche delle famiglie, sul mercato del credito e sugli standard di spesa pubblica locale. Una lettura del quadro economico da cui emergono, a partire dal 2014, dati che fanno ben sperare circa una inversione di tendenza rispetto al contesto di crisi, con l’attenuarsi del calo del prodotto e l’interruzione della caduta dell’occupazione.

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