CASTIGLIONE DEL LAGO – Una mostra per unire la fotografia di paesaggio ai prodotti del territorio. Protagonisti di “LikeLake” sono gli scatti del fotografo Giovanni Maw, la Birra Lake e la Fagiolina del Trasimeno. Ad ospitare l’evento, visitabile liberamente fino al 6 gennaio, è il ristorante panoramico “SeidiVino”, nel centro storico di Castiglione del Lago. Giovanni Maw, al secolo Giovanni Auricchio, è un giovane fotografo campano ma da oltre 20 anni castiglionese d’adozione, che ha già raggiunto importanti traguardi.
Giovanni Maw è tra i venti fotografi italiani a rappresentare l’Italia nel mondo, attraverso il progetto di “Discover the other Italy” patrocinato da Expo 2015, ENIT e Fai (Fondo ambiente italiano). Lo stesso Maw spiega l’attrazione per i paesaggi all’alba: «Il motivo?
Primo su tutti la meravigliosa sensazione del primo raggio di sole del nuovo giorno. Nelle mie fotografie cerco di cogliere non solo la bellezza del paesaggio, ma l’atmosfera surreale che molte volte si crea.
Molte volte mi capita di scattare con qualche amico di avventura ed infine mi domando: ma la realtà qual è? Da quale occhio è giusto e da quale inquadratura? Credo che la realtà delle cose esiste soltanto nella nostra mente e credo nella “post produzione” che è un’arma creativa nelle mani di ognuno di noi.
La ricerca della luce perfetta mi porta spesso a fare diverse ore di macchina, a camminare nel bosco con pioggia, neve, freddo e caldo per cercare di arrivare prima del sole nel luogo prefissato, con la mia attrezzatura e la mia inseparabile Canon».
Giovanni ama visceralmente il lago Trasimeno e le sue atmosfere uniche. Nel 2011 proprio uno scatto del Trasimeno gli ha regalato una grande soddisfazione, facendogli vincere la “Canon Eos Adventure”. E sempre una foto del lago, gli ha fatto conquistare la finale del “Photogem Exibition 2014” di Nettuno, concorso nazionale di foto in bianco e nero. «Credo che la pianificazione delle uscite e delle zone da fotografare sia molto importante – conclude Maw – ma la differenza, inevitabilmente, la fa l’istinto, ciò che la testa non riesce a percepire.
Ed è per questo che cito spesso il grande fotografo americano William Eugene Smith: “A cosa serve una grande profondità di campo se non c’è un’adeguata profondità di sentimento?”».
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