Chiesa piccola, ma ricca di arte e storia, Messa di Ferragosto ad Ancaelle
di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA – Piccolo é bello. Questa affermazione si attaglia perfettamente alla chiesa di Santa Maria Ancaelle, che si trova a poca distanza da Sant’Arcangelo, lungo la strada che collega, da tempo immemorabile, Magione a Chiusi. Gli amanti dell’arte e della storia, oltre che delle bellezze del territorio umbro, potranno ammirarla il 15 agosto, quando alle 11.30 il monumento sarà aperto per la celebrazione della messa, in onore della Madonna.
Gli studiosi fanno risalire il termine Ancaelle all’etrusco Ancaru, cioè alla dea Ancaria protettrice dell’agricoltura e della fertilità. Insomma, quella che un tempo era un tempietto etrusco si é trasformato in una chiesa cristiana, esempio pertanto del sincretismo tra paganesimo e cristianesimo.
Cosa contiene di così prezioso Ancaelle? La base dell’acquasantiera in travertino é una testimonianza paleocristiana, mentre un bassorilievo con l’Agnus Dei attesta l’uso del luogo in epoca bizantina. Nel catino dell’abside si ammira un fiore a sei petali, contenuto in un cerchio, richiamo dell’arte micenea ed etrusca. Accanto, addirittura una croce patente, simbolo dei Templari, che sul campanile lasciarono anche una seconda croce in metallo.
Poi un frammento di Crocefisso risalente al 1200 circa ed un San Sebastiano, affrescato nel 1409 (data riportata accanto al nome del committente, l’abate Antonio Delvolta). Significativo, anche ad attestazione del culto secolare di Maria, un affresco di Giovanni Battista Caporali, perugino, che rappresenta la Madonna col Bambino. Un’altra chicca significativa un San Giuseppe che tiene un filo al quale é appeso un anello.
Cosa significa? Un riferimento al Sant’Anello, reliquia custodita nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia. Già perché lungo questa strada passò (nel 1473) il frate Winterio di Magonza, che aveva sottratto la reliquia in un convento francescano di Chiusi e lo aveva poi consegnato ai Priori di Perugia, i quali se lo tennero ben stretto nonostante le vibranti proteste, portate persino davanti al papa Sisto IV, di chiusini e senesi e che alla richiesta di restituzione minacciarono di scendere in guerra contro Chiusi e Siena che la spalleggiava, tanto da stanziare una cifra enorme per l’epoca. Ed il braccio di ferro si concluse col successo di Perugia.
Insomma una chiesa piccola, ma importante per l’arte, per la storia, per la tradizione religiosa.
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