Distretto del Trasimeno, siglato protocollo per un welfare partecipato
Un protocollo d’intesa che ha come obiettivo quello di realizzare un welfare partecipato che attivi un percorso di innovazione in grado di generare risposte anche ai nuovi bisogni, prevedendo il coinvolgimento di reti sociali e di forme organizzate, partendo da una elaborazione congiunta delle idee insieme ai portatori di interesse. È il frutto di un lungo lavoro svolto in collaborazione tra il Distretto del Trasimeno dell’Usl Umbria 1, l’Unione dei Comuni del Trasimeno, il Cesvol Umbria Ets (in rappresentanza del Terzo Settore), il Coordinamento Territoriale del Trasimeno dei Centri Sociali di Volontariato e Promozione Sociale e la Consulta dei Giovani del Trasimeno.
Il documento, composto da 11 articoli e di durata triennale, è stato sottoscritto martedì 12 dicembre, presso il Teatro Cesare Caporali di Panicale, da Emilio Paolo Abbritti, direttore del Distretto del Trasimeno dell’Usl Umbria 1, Matteo Burico, presidente dell’Unione dei Comuni del Trasimeno, Guglielmo Moroni, per il Coordinamento Territoriale del Trasimeno dei Centri Sociali di Volontariato e Promozione Sociale, Adriano Bertone, Consulta dei Giovani del Trasimeno, e Pietro Fiorentini, Cesvol Umbria Ets.
Con il protocollo i firmatari si impegnano ad operare in stretta collaborazione tra loro, ognuno per la propria area di competenza, per: consolidare un rapporto privilegiato fra gli enti locali, gli enti del servizio sanitario regionale e i soggetti del Terzo settore rappresentativi nel territorio del Trasimeno, in un proficuo scambio di conoscenze ed esperienze finalizzati al recupero, alla promozione e implementazione di nuovi modelli di collaborazione in favore della comunità; soddisfare i bisogni complessi ed emergenti nel territorio, attraverso la gestione appropriata e integrata dell’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale; ampliare i diritti di partecipazione, informazione e tutela della popolazione; promuovere i servizi di prossimità, sanità di iniziativa, di promozione, prevenzione e di educazione alla salute, nell’ottica della multiprofessionalità e multisettorialità; creare percorsi di co-programmazione e coprogettazione finalizzate a trovare nuove ed efficaci risposte ai bisogni di welfare del presente, uscendo dalla logica “dei singoli interventi” e valorizzando l’esistente in una prospettiva di rete che possa connettere le relazioni di vicinato territoriale e delle istituzioni pubbliche e private più prossime; affermare una nuova visione del “welfare pubblico territoriale e comunitario”, come costruzione collettiva in cui ognuno è chiamato a fare la sua parte, nell’ottica della promozione di una cultura diffusa dell’accoglienza e dell’inclusività; promuovere percorsi intergenerazionali che mettano in relazione tutti i diversi soggetti e tengano insieme le attività di tutti i gruppi destinatari protagonisti della Comunità; promuovere la cultura della responsabilità e della partecipazione, mediante la valorizzazione dei volontariati e attraverso la promozione di interventi di responsabilità sociale di impresa e di welfare aziendali; promuovere l’autoefficacia, l’empowerment e il lavoro di comunità, valorizzando le buone pratiche presenti sul nostro territorio.
Commenta per primo