
Regali per bambina di Castiglione del Lago al nido di Rebibbia
Dopo una festa di compleanno solitaria e deserta, i genitori di una bambina di Castiglione del Lago hanno deciso di destinare i regali ricevuti alla sezione nido del carcere di Rebibbia. La bambina, che a novembre aveva festeggiato i suoi cinque anni nella ludoteca di Cortona (Arezzo) senza che nessuno dei 35 invitati si presentasse, ha visto un’inattesa solidarietà arrivare da parte di molte persone in tutta Italia, che hanno inviato regali in segno di affetto.
I genitori, pur provando a fermare alcuni messaggi privati che chiedevano dove inviare i regali, non sono riusciti a evitare che molti pacchetti arrivassero. Alcuni li hanno spediti alla ludoteca di Cortona, rimasta vuota durante la festa, altri addirittura al sindaco di Castiglione del Lago. Così, dopo aver ricevuto numerosi doni da persone sconosciute, i genitori della bambina hanno deciso di fare qualcosa di significativo.
Invece di tenere per sé i regali, la famiglia ha scelto di donare tutto il materiale ricevuto all’associazione “A Roma, insieme”, che si occupa di supportare i bambini che vivono nelle carceri insieme alle loro madri. I pacchi, destinati inizialmente alla piccola, sono arrivati quindi a Roma, dove sono stati distribuiti tra i bambini del nido di Rebibbia, che vivono in una condizione di privazione sociale e affettiva simile a quella vissuta dalla bambina in occasione del suo compleanno.
“Anche da una brutta esperienza può nascere qualcosa di bello”, ha dichiarato il padre della bambina al Messaggero, sottolineando come la tristezza di quel giorno abbia dato vita a un gesto di grande solidarietà. Nonostante il dolore vissuto dalla famiglia, il gesto di devolvere i regali ai bambini detenuti rappresenta una forma di riscatto emotivo e sociale, un modo per dare a qualcun altro ciò che inizialmente era destinato a una festa mai vissuta.
“Ci sono arrivati regali da tutta Italia”, ha spiegato il padre, visibilmente sorpreso dalla risonanza che la vicenda aveva avuto sui social. In effetti, molte persone, sconvolte dalla solitudine della bambina, avevano espresso la loro solidarietà sui social media, trasformando un momento difficile in un’onda di affetto che ha attraversato le regioni italiane.
I genitori hanno scelto di non parlare troppo dell’accaduto, per non far pesare la vicenda sulla figlia. “Non vogliamo che lei ricordi quel giorno”, ha spiegato la madre, che ha aggiunto che nonostante il sostegno ricevuto, la famiglia ha cercato di preservare la privacy della bambina. L’intenzione era quella di non farle vivere la ferita del suo compleanno, ma di donare un messaggio di speranza a chi vive situazioni ancora più difficili.
L’iniziativa ha trovato eco sulla stampa locale, con il quotidiano La Nazione Umbria che ha riportato la storia dei regali destinati al carcere di Rebibbia. Non solo un gesto simbolico, ma un vero atto di solidarietà che ha reso la tristezza della festa un ricordo che ora è associato a un atto di generosità verso i bambini meno fortunati. In questo modo, i genitori hanno restituito l’affetto ricevuto, facendo un gesto di grande valore umano, trasformando il dolore in una carezza a chi vive una condizione di sofferenza e isolamento.
La vicenda, che ha colpito emotivamente l’opinione pubblica, conferma la forza della solidarietà che si può attivare anche in situazioni dolorose, quando una comunità si unisce per offrire supporto a chi ne ha bisogno. La famiglia ha scelto di restituire un sorriso, non solo alla propria bambina, ma a tanti altri bambini che si trovano privi di affetto e opportunità.
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