
Civica Piegaro denuncia mancanza di trasparenza pubblica
Protesta a Piegaro – La proposta di istituire un centro di accoglienza nel territorio comunale ha innescato una dura presa di posizione da parte del gruppo consiliare “Civica Piegaro”, che accusa l’amministrazione locale di aver gestito l’intero processo decisionale in modo opaco e senza il necessario coinvolgimento della cittadinanza. Al centro della contestazione vi è la convocazione, avvenuta senza preavviso pubblico, di una riunione che ha visto la partecipazione di trenta delegati, tra cui membri e presidente dell’associazione ARCI, finalizzata alla discussione del progetto.
Secondo quanto riferito dal gruppo, la cittadinanza non avrebbe ricevuto alcuna comunicazione ufficiale in merito a tale incontro, né prima né dopo il suo svolgimento. Una mancanza che, per Civica Piegaro, ha compromesso la possibilità per i cittadini di conoscere e valutare gli aspetti fondamentali dell’iniziativa. La decisione è stata percepita come imposta dall’alto, escludendo di fatto il contributo della comunità locale.
Il gruppo ha sottolineato come l’impatto di una simile struttura sul territorio richiederebbe invece un ampio processo partecipativo, a partire da un’informazione puntuale e tempestiva. Le tempistiche con cui si è proceduto, denunciano i consiglieri, non hanno permesso di aprire un confronto costruttivo né di chiarire i dubbi legati alla gestione del progetto. Il malcontento è cresciuto rapidamente, alimentato dalla percezione di un’assenza di trasparenza istituzionale e da una comunicazione giudicata insufficiente.
Protesta a Piegaro
Civica Piegaro ha precisato che la propria contrarietà non è rivolta al principio dell’accoglienza in sé, ma al metodo adottato per la definizione e l’avvio del progetto. La mancanza di informazioni ufficiali sui dettagli del centro – comprese dimensioni, capacità, criteri di gestione e risorse coinvolte – ha sollevato interrogativi tra i residenti, che lamentano di non essere stati posti nelle condizioni di valutare le conseguenze concrete per la vita quotidiana del paese.
Il capogruppo, Roberto Pinzo, ha ribadito la richiesta di avviare un percorso trasparente e condiviso, evidenziando che le decisioni su temi di tale rilevanza debbano sempre prevedere un coinvolgimento diretto della cittadinanza. L’esigenza, secondo Civica Piegaro, è quella di garantire a ogni abitante la possibilità di contribuire alla definizione delle scelte pubbliche, soprattutto quando queste possono modificare l’equilibrio sociale e la gestione dei servizi locali.
In risposta alla situazione, il gruppo ha presentato una richiesta formale di convocazione urgente di un consiglio comunale aperto. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere possibile un confronto pubblico alla presenza di tutti i soggetti coinvolti, in particolare i rappresentanti dell’ARCI e della Prefettura. Questo passaggio è considerato fondamentale per riportare trasparenza nell’iter amministrativo e chiarire gli aspetti ancora oscuri del progetto.
Civica Piegaro ha inoltre dichiarato di voler continuare a seguire con attenzione lo sviluppo della vicenda, mantenendo un dialogo attivo con i cittadini e promuovendo iniziative volte a garantire una governance più partecipata. Il gruppo si dice disponibile a sostenere i residenti attraverso strumenti istituzionali e a sollecitare ogni intervento utile per ristabilire un corretto rapporto tra amministrazione e comunità.
Protesta a Piegaro
Nel frattempo, tra i residenti di Piegaro si è diffuso un crescente senso di disorientamento e preoccupazione. L’annuncio del centro, avvenuto senza una previa campagna informativa o una consultazione formale, ha innescato un clima di sfiducia verso le istituzioni comunali. In particolare, si teme che le modalità adottate in questa occasione possano costituire un precedente per future decisioni rilevanti, prese senza il necessario confronto con il territorio.
La polemica sollevata da Civica Piegaro ha riportato l’attenzione sul tema della trasparenza amministrativa e sulla necessità di coinvolgere la popolazione nei processi decisionali. Secondo il gruppo consiliare, non è sufficiente affidarsi a incontri riservati o comunicazioni interne tra enti e associazioni: è essenziale, invece, adottare strumenti chiari e pubblici di partecipazione.
Il caso del centro di accoglienza a Piegaro apre quindi un fronte di discussione più ampio, che riguarda le modalità con cui le amministrazioni locali gestiscono questioni sensibili. Il gruppo ha ribadito il proprio impegno a favore di un modello di gestione che valorizzi il dialogo e l’inclusione delle voci cittadine nelle scelte strategiche.
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