Alta adesione allo sciopero dei lavoratori Lidl in Umbria

Alta adesione allo sciopero dei lavoratori Lidl in Umbria

Chiusure e presìdi: protesta contro il contratto integrativo

Partecipazione massiccia allo sciopero dei dipendenti Lidl nella provincia di Perugia, con numerosi punti vendita chiusi e un presidio a Castiglione del Lago, dove i lavoratori hanno manifestato contro la proposta aziendale per il rinnovo del contratto integrativo. L’astensione dal lavoro è stata proclamata a livello nazionale e ha trovato grande riscontro nel territorio umbro, come confermato dalla Filcams Cgil.

Secondo il sindacato, la mobilitazione ha coinvolto l’intera provincia, con punte di adesione totale in alcune sedi che sono state costrette a non aprire. È accaduto anche a Castiglione del Lago, dove i dipendenti hanno dato vita a un presidio per esprimere il loro dissenso verso le condizioni offerte dalla multinazionale. Situazioni simili sono state registrate a Città della Pieve, Spoleto e Perugia, dove l’operatività dei punti vendita è risultata compromessa a causa della scarsità di personale.

Alla base della protesta, la contestazione della proposta economica avanzata da Lidl, che il 10 luglio ha presentato un’offerta comprendente 30 euro mensili in buoni spesa e un una tantum annuale di 100 euro netti. Una cifra considerata irrilevante rispetto agli oltre 1,3 miliardi di euro di utili realizzati dall’azienda, in forte espansione sul mercato italiano, dove gestisce 750 punti vendita e punta a raggiungere quota 1.000 entro il 2026, con un obiettivo di oltre 7 miliardi di fatturato.

“Un’offerta riduttiva”, ha sottolineato la Filcams, che ha evidenziato il ruolo determinante dei dipendenti nel successo aziendale. Il sindacato ha posto l’accento su condizioni lavorative segnate da ampia diffusione del part-time involontario, che riguarda oltre il 75% della forza lavoro, con turni irregolari e difficilmente conciliabili con la vita personale.

La mobilitazione, che segue mesi di trattative e proteste, punta a ottenere un riconoscimento concreto del valore del lavoro svolto, chiedendo incrementi salariali diretti in busta paga, un premio di risultato strutturato e misure volte a contenere l’abuso del part-time non scelto. Le richieste si inseriscono in un contesto in cui, secondo la Filcams, i benefici dell’espansione aziendale non si riflettono equamente sulle condizioni dei dipendenti.

In attesa di un nuovo confronto, la vertenza resta aperta e la pressione sindacale si mantiene alta, con la possibilità che la mobilitazione prosegua qualora l’azienda non presenti proposte migliorative.

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