
A Solomeo va in scena la versione di Lazar
La stagione 2024/2025 del Teatro Cucinelli di Solomeo si conclude lunedì 28 e martedì 29 aprile con Traviata. Ti meriti un futuro migliore, spettacolo del Théâtre des Bouffes du Nord, celebre realtà parigina che ha ospitato molte creazioni di Peter Brook.
Ideato da Benjamin Lazar, Florent Hubert e Judith Chemla, lo spettacolo è diretto dallo stesso Lazar, con arrangiamenti e direzione musicale a cura di Hubert e Paul Escobar. L’allestimento propone una lettura innovativa della celebre opera di Giuseppe Verdi, fondendo il linguaggio teatrale e musicale in un’unica narrazione scenica.
Non si tratta di una rappresentazione operistica tradizionale né di una semplice trasposizione teatrale, ma di un gioco drammaturgico che rilegge il mito di Violetta con spirito contemporaneo. La leggerezza e l’ironia guidano il racconto, offrendo un’interpretazione alternativa del melodramma verdiano.
La scenografia essenziale, dal carattere poetico, favorisce un costante coinvolgimento con il pubblico. In scena, i ruoli artistici si mescolano: i cantanti recitano, gli attori cantano, i musicisti diventano mimi e coristi. Il risultato è un intreccio di arti che dissolve i confini tra i generi e costruisce un’esperienza immersiva e corale.
Pur mantenendo intatta la struttura narrativa e musicale della Traviata, l’allestimento introduce elementi di drammaturgia originale. Questi interventi danno nuova linfa alla storia e offrono spunti di riflessione in chiave contemporanea.
La presenza costante della piccola orchestra in scena amplifica il valore espressivo della musica, che accompagna e commenta le azioni con finezza. L’effetto è un continuo scambio tra suono e gesto, voce e movimento.
Lo spettacolo chiude il cartellone con una proposta che si distingue per vitalità e originalità. Traviata. Ti meriti un futuro migliore invita gli spettatori a un incontro ravvicinato con il personaggio di Violetta, attraverso una celebrazione sospesa tra sogno e realtà. Il profumo della Parigi ottocentesca, evocato in ogni nota e movimento, si fonde con lo sguardo attuale degli autori, restituendo alla figura della cortigiana un’intensità nuova, in bilico tra esistenza e sparizione.
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