
Sindacati denunciano condizioni critiche su lavoro e diritti
Le sigle sindacali Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil tornano a puntare il dito contro le criticità nei punti vendita di Eurospin Tirrenica, già oggetto di uno sciopero nell’agosto del 2022. Dopo l’ultimo incontro di febbraio con i rappresentanti dell’azienda, i sindacati evidenziano che problemi legati a salute, sicurezza e trasparenza continuano a persistere, impattando negativamente sulla qualità del lavoro e sul benessere dei dipendenti.
Tra le questioni principali, la gestione delle pulizie rimane un punto critico. Secondo le organizzazioni sindacali, i lavoratori sono spesso incaricati di svolgere compiti come la pulizia di bagni e parcheggi, che richiederebbero competenze e strumenti adeguati. Inoltre, questa responsabilità non è prevista per i dipendenti degli uffici, creando disparità tra diverse categorie.
Un altro elemento di preoccupazione riguarda le condizioni di lavoro: i sindacati segnalano che l’attenzione dell’azienda è rivolta più alla produttività che alla qualità del lavoro, con ripercussioni sulle condizioni fisiche e psicologiche dei dipendenti. Tra le criticità, vengono citati il deterioramento del microclima lavorativo, soprattutto nella zona casse, e l’imposizione unilaterale di ferie e permessi. A ciò si aggiunge la mancanza di armadietti sicuri per i beni personali, compromettendo privacy e sicurezza.
Le problematiche non si limitano alla salute e alla sicurezza. Filcams, Fisascat e Uiltucs denunciano anche disparità nelle assegnazioni dei livelli contrattuali, in particolare per i repartisti ortofrutta e i capo negozio. Secondo le testimonianze raccolte, la decisione sarebbe basata sul fatturato dei punti vendita anziché sui ruoli effettivi dei lavoratori, una prassi confermata dall’azienda durante gli incontri. Questo approccio, oltre a violare il Contratto collettivo nazionale di lavoro, rischia di alimentare tensioni interne e compromettere ulteriormente il clima aziendale.
Particolarmente critico è l’atteggiamento dell’azienda, che secondo i sindacati sembra non voler instaurare un dialogo trasparente e costruttivo con le rappresentanze dei lavoratori.
Alla luce di questa situazione, i sindacati richiedono all’azienda, terza in Umbria per fatturato e utile netto, di assumersi pienamente la responsabilità per tutelare salute, diritti e sicurezza dei propri dipendenti. Il benessere e la dignità dei lavoratori non possono essere sacrificati in nome del profitto, sottolineano Filcams, Fisascat e Uiltucs, ribadendo l’urgenza di interventi concreti per migliorare le condizioni di lavoro nei punti vendita dell’azienda.
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