Ortaggi spacciati per km “zero”, azienda scoperta e sanzionata

Ortaggi spacciati per km "zero", azienda scoperta e sanzionata

Falso “km zero” nel Perugino, prodotti arrivavano da Roma

Ortaggi spacciati – Nel corso di un controllo nel settore agroalimentare, i Carabinieri Forestali del Nucleo di Passignano sul Trasimeno hanno individuato irregolarità in un punto vendita situato nel comune di Tuoro sul Trasimeno, in provincia di Perugia. L’ispezione ha evidenziato la presenza di ortaggi e frutta fresca etichettati come “produzione propria”, ma provenienti da un grossista con sede nella provincia di Roma.

Il controllo ha avuto luogo presso un’azienda agricola locale che, secondo quanto riportato sull’etichettatura dei prodotti esposti, dichiarava la vendita esclusiva di merce coltivata nei propri terreni. Tuttavia, l’analisi incrociata dei dati, effettuata tramite i registri aziendali e le banche dati agricole gestite da Agea, ha confermato che soltanto una piccola quantità di quanto messo in vendita risultava effettivamente coltivata in loco.

Ortaggi spacciati

Il resto dei prodotti ortofrutticoli proveniva da canali di approvvigionamento esterni e non presentava alcuna indicazione veritiera sulla reale origine. L’indicazione ingannevole della provenienza ha configurato una frode nell’ambito del commercio, secondo quanto previsto dall’articolo 515 del codice penale, che punisce chi, nell’esercizio di un’attività commerciale, consegna un bene diverso per origine, qualità o quantità da quanto dichiarato o pattuito.

Il titolare dell’azienda agricola è stato deferito all’Autorità Giudiziaria competente e dovrà ora provvedere alla rettifica delle etichette, eliminando l’indicazione non veritiera di “produzione propria” e specificando correttamente la provenienza dei prodotti acquistati da fornitori terzi.

Oltre al procedimento penale, l’azienda potrà essere chiamata a rispondere anche sotto il profilo amministrativo. In base al Decreto Legislativo 231 del 2001, che disciplina la responsabilità degli enti per gli illeciti amministrativi dipendenti da reato, il giudice potrà valutare l’applicazione di sanzioni economiche.

Il caso si inserisce in un più ampio contesto di controlli volti a garantire trasparenza e correttezza nel mercato agroalimentare, con particolare attenzione alla tutela del consumatore e alla difesa delle produzioni locali autentiche. L’indicazione di “km zero” o “produzione propria” ha infatti un peso rilevante nelle scelte di acquisto dei cittadini, sempre più attenti alla provenienza e alla genuinità degli alimenti.

L’attività dei Carabinieri Forestali continua nel territorio con l’obiettivo di contrastare ogni forma di contraffazione e frode, a tutela della leale concorrenza tra imprese e della fiducia dei consumatori.

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