
CASTIGLIONE DEL LAGO – Il quadro “Sanfatucchio” del pittore Umberto Maestrucci donato a Sanfatucchio. È successo sabato scorso al Teatro La Filarmonica alla presenza dei parenti del pittore fiorentino originario del paese a pochi chilometri da Castiglione del Lago, dell’assessore alla cultura Ivana Bricca, della storica dell’arte Silvestra Bietoletti, della banda musicale e dei rappresentanti della comunità locale.
«Siamo profondamente grati e onorati della decisione degli eredi di donare alla comunità di Sanfatucchio questa pregevole opera – ha dichiarato Ivana Bricca – che contribuisce a recuperare l’identità, la storia e la nostra cultura: conoscere è il valore fondante per costruire bene il nostro futuro. Per ragioni di sicurezza il quadro non sarà conservato ed esposto né qui e nemmeno, per ora, a Palazzo della Corgna, dove dobbiamo prima ultimare i lavori di adeguamento degli spazi espositivi e trasferire degli uffici comunali in via del Forte, all’ex scuola elementare.
La nostra decisione è di dare temporaneamente il quadro al Museo Diocesano presso la chiesa di San Domenico, luogo sicuro perché dotato di moderni sistemi d’allarme: l’opera di Maestrucci è attualmente valutata 6.000 euro». Del quadro sono state fatte alcune stampe di alta qualità che verranno collocate a Palazzo della Corgna, al Teatro La Filarmonica di Sanfatucchio, nella locale Parrocchia di San Felice, nella Scuola dell’Infanzia e nella Scuola Primaria di Colonnetta.
Giampaolo Maestrucci, nipote dell’artista ha raccontato la storia della famiglia. Il capostipite Augusto Maestrucci, ferroviere e casellante sulla vicina linea Firenze-Roma, si trasferì per lavoro a Firenze. Avviato inizialmente alla carriera di fotografo, Umberto Maestrucci nato nel 1897, inizia a dipingere sotto la guida di Alberto Zardo, dedicandosi perlopiù alla pittura di paesaggio. All’esordio, avvenuto nel 1929 quando partecipa alla II Mostra Regionale d’Arte Toscana con “Un paese”; seguirà una vivacissima attività espositiva a Firenze, Livorno, Genova, Milano. Nel 1930 risale la sua prima personale allestita alla Galleria Santa Trinità con successo di pubblico e critica.
Non contento dell’approvazione incontrata dai suoi quadri di paesaggio e dalle nature morte, da lui chiamate “nature in silenzio”, inizia a misurarsi con la figura e frequenta la Scuola libera del nudo. La sua attività prosegue con numerose personali e collettive anche durante la guerra, che però gli infligge un grave lutto, quando l’unico figlio muore a otto anni sotto un bombardamento americano. Maestrucci si spegne a Firenze nel 1952. La sua opera è stata ammirata da artisti del calibro di Pietro Annigoni, che ne lodò l’esecuzione «rapida, semplice e non di meno elegante, del dipinto, che lasciava trasparire la commozione dell’autore per il miracolo di trasfigurazione poetica che si era compiuto in quell’attimo felice».
L’illustre critica e storica dell’arte Silvestra Bietoletti ha spiegato l’essenza dell’opera di Maestrucci, con il suo senso del paesaggio e della natura, portando grandi tele in campagna, anche di grandi dimensioni come l’opera “Sanfatucchio” donata alla comunità locale. Chiusura della giornata affidata a Don Remo Serafini, parroco di Sanfatucchio e illustre storico locale che ha ringraziato la famiglia, ripercorrendo poi con appunti e aneddoti la storia locale e le condizioni di estrema difficoltà delle popolazioni nella campagna fra il XIX e XX secolo.
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