
Sindacati premono sulla Regione per tutelare i lavoratori
Cresce la preoccupazione per il futuro occupazionale legato alla riorganizzazione di Unicoop Etruria, soprattutto per quanto riguarda la sede direzionale e il magazzino di Castiglione del Lago, oltre ad alcuni punti vendita distribuiti sul territorio. Dopo la fusione tra Unicoop Tirreno e Coop Centro Italia, il processo di ristrutturazione sta generando forti timori tra i dipendenti e le rappresentanze sindacali.
Mercoledì 17 luglio, a Perugia, la Filcams Cgil ha incontrato le istituzioni umbre per chiedere garanzie concrete. Durante il confronto con la presidente della Regione Stefania Proietti, l’assessore Francesco De Rebotti e altri consiglieri regionali, il sindacato ha ribadito la necessità di una verifica attenta sul futuro dell’azienda, soprattutto per quanto riguarda le possibili ricadute sull’occupazione in Umbria.
L’incontro è seguito a un presidio organizzato da lavoratori e rappresentanti sindacali davanti alla sede della Regione, in piazza Italia. Il messaggio lanciato è stato chiaro: occorre salvaguardare i posti di lavoro e mantenere un presidio operativo a Castiglione del Lago, dove attualmente operano 180 persone. Secondo la Filcams Cgil, spostare il baricentro decisionale e logistico fuori regione significherebbe indebolire l’intera struttura locale.
Il segretario generale della Filcams Cgil di Perugia, Massimiliano Cofani, ha espresso apprezzamento per l’impegno della Regione a convocare l’azienda in tempi brevi per richiedere un piano industriale dettagliato. L’obiettivo è chiarire il destino delle attività umbre, partendo proprio dalla sede storica di Castiglione del Lago e dal magazzino, il cui futuro appare incerto.
Uno dei nodi critici riguarda l’esternalizzazione del magazzino, che secondo il sindacato va immediatamente bloccata. Cofani ha sottolineato come l’area di Castiglione dovrebbe, al contrario, essere valorizzata come hub strategico per la distribuzione. A questo si aggiungono le incertezze legate alla rete di vendita, in particolare in relazione a punti vendita considerati non redditizi o a rischio chiusura.
La prospettiva di perdere una sede direzionale così rilevante in Umbria, secondo la Rsu aziendale, rappresenterebbe un colpo durissimo per il comprensorio del Trasimeno. Stefano Taini, delegato sindacale della sede di Castiglione, ha evidenziato il rischio concreto che l’area venga lasciata priva di riferimenti economici significativi, nel caso si verificassero tagli o esuberi.
Taini ha ribadito che l’uscita dell’asse strategico verso la Toscana, dove Unicoop Etruria ha consolidato la sua presenza, priverebbe il territorio umbro di un presidio occupazionale essenziale. La mancanza di garanzie formali e l’assenza di un piano strutturato aumentano la tensione tra i dipendenti, che temono scenari di desertificazione economica.
In questo contesto, il ruolo della Regione viene considerato cruciale. La Filcams Cgil ha chiesto che venga istituito un tavolo permanente di confronto, volto a monitorare ogni passaggio del processo di riorganizzazione. Il sindacato ha annunciato che continuerà a esercitare un’attenta vigilanza sul rispetto degli impegni presi, per evitare che le promesse restino disattese.
Al centro delle richieste sindacali ci sono tre punti principali: il mantenimento della sede direzionale a Castiglione, il blocco dell’esternalizzazione del magazzino e un intervento concreto a sostegno della rete vendita. Su questi aspetti, la Filcams Cgil si attende risposte immediate e misure operative.
Il timore più grande resta legato alla possibile riduzione dei livelli occupazionali. Senza certezze sull’impiego dei 180 lavoratori attualmente attivi nella sede umbra, il sindacato teme che la fusione possa trasformarsi in una penalizzazione per l’intero territorio.
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