Alta velocità negata ai pendolari, cresce la protesta

Alta velocità negata ai pendolari, cresce la protesta

Sindaci in pressing su Ferrovie: servono nuovi treni e rete

Alta velocità negata – Cresce la pressione delle amministrazioni locali di Toscana, Umbria e Lazio sulle istituzioni ferroviarie e governative per ottenere un miglioramento concreto del servizio ferroviario interregionale verso Roma. In particolare, i sindaci di territori strategici per i flussi pendolari hanno incontrato nei giorni scorsi rappresentanti delle Ferrovie dello Stato e membri del governo per sollecitare l’introduzione di convogli interregionali lungo la linea dell’alta velocità, attualmente riservata in gran parte ai treni commerciali.

Le richieste si concentrano soprattutto sul tratto Orte-Roma, percorso ogni giorno da migliaia di lavoratori e studenti. Gli amministratori locali denunciano l’insostenibilità dei tempi di percorrenza e la saturazione delle linee tradizionali, che rendono disagevoli gli spostamenti quotidiani verso la capitale. Per questo motivo si chiedono nuovi investimenti infrastrutturali e l’impiego di materiale rotabile adeguato che consenta ai treni pendolari di usufruire del tracciato ad alta velocità.

Alta velocità negata

Il nodo centrale resta la compatibilità tra la circolazione dei treni pendolari e quella dei servizi commerciali ad alta velocità, connessa alla disponibilità di tracce orarie e alla gestione della capacità ferroviaria da parte di Rete Ferroviaria Italiana (RFI). I sindaci riconoscono le difficoltà operative ma ritengono che sia indispensabile aprire un confronto strutturato per trovare soluzioni che non penalizzino ulteriormente territori già segnati da carenze infrastrutturali croniche.

L’accesso alla linea veloce comporta costi elevati per le imprese ferroviarie, legati all’uso della rete e alla prenotazione delle tracce, elementi che limitano le possibilità di integrazione dei treni regionali o interregionali con le tratte AV. Tuttavia, i rappresentanti istituzionali dei territori interessati sottolineano come l’equità di accesso alla mobilità sia una priorità che va oltre la logica commerciale.

Alta velocità negata

I sindaci coinvolti rivendicano il diritto di comunità intere a beneficiare di un collegamento rapido e affidabile con Roma, che non sia riservato esclusivamente all’utenza dei treni a lunga percorrenza o ad alto costo. Per questo, l’iniziativa politica non si fermerà agli incontri interlocutori, ma si estenderà anche a ulteriori pressioni sul Parlamento e sul Ministero dei Trasporti.

I problemi di congestione lungo le linee tradizionali, uniti alla mancanza di investimenti in materiale rotabile adeguato e moderno, stanno rendendo sempre più critica la condizione dei pendolari che ogni giorno devono raggiungere la capitale da aree periferiche e interregionali. In molti casi, le soluzioni attualmente disponibili non sono più in grado di rispondere alla domanda reale di trasporto, con conseguenti ritardi, sovraffollamento e mancanza di affidabilità del servizio.

L’iniziativa dei sindaci si inserisce in un contesto in cui la sostenibilità della mobilità ferroviaria è diventata una questione strategica per lo sviluppo territoriale. Mentre i grandi corridoi dell’alta velocità continuano a rafforzarsi, le realtà locali soffrono l’assenza di politiche integrate e di lungo periodo capaci di includere anche le esigenze dei pendolari.

Gli amministratori locali hanno evidenziato come non sia più rinviabile una pianificazione che tenga conto della domanda reale e delle difficoltà quotidiane degli utenti, superando logiche di gestione che favoriscono esclusivamente l’efficienza commerciale. La richiesta è chiara: aprire alla possibilità per i treni pendolari di utilizzare almeno parzialmente le infrastrutture dell’alta velocità, supportando tale scelta con investimenti mirati in nuovi mezzi e adeguamenti tecnologici.

Senza interventi strutturali, avvertono i sindaci, le attuali criticità rischiano di aggravarsi, con ripercussioni negative sull’accessibilità, sull’economia locale e sulla qualità della vita. L’attenzione ora è rivolta alla risposta che il governo e RFI sapranno offrire, in termini non solo di ascolto ma di azioni concrete e fattibili.

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