
Andrea Baldi analizza l’Ortese: incontro online domani
Andrea Baldi – Domani, 29 novembre, alle ore 18, si terrà il secondo appuntamento della rassegna culturale “Sguardi”, che ogni anno approfondisce l’opera di un’autrice italiana. L’incontro, organizzato in modalità online, sarà trasmesso sulla pagina Facebook Komunicareleditoria e sarà incentrato sulla figura e le opere di Anna Maria Ortese. In particolare, si discuterà della raccolta “Il mare non bagna Napoli”, pubblicata nel 1953 da Einaudi.
L’evento vedrà la partecipazione di Andrea Baldi, docente del Dipartimento di Italianistica della Rutgers University (New Jersey, USA) e curatore di importanti contributi critici sull’autrice. Baldi converserà con Luigina Miccio, curatrice del format, e con la scrittrice Elisabetta Bricca, esplorando la complessità narrativa e i temi sociali affrontati da Anna Maria Ortese.
Dettagli sull’incontro
La raccolta “Il mare non bagna Napoli” comprende cinque racconti che mettono in evidenza la condizione di miseria e povertà vissuta nella Napoli del secondo dopoguerra. Tra questi, il racconto “Il silenzio della ragione” suscitò numerose polemiche per la critica diretta e i riferimenti espliciti agli intellettuali partenopei con cui l’autrice collaborava nella rivista Sud. La reazione negativa a questa pubblicazione influì profondamente sulla vita di Ortese, spingendola a lasciare Napoli quasi definitivamente, pur mantenendo un sentimento di profonda nostalgia.
Andrea Baldi, autore di saggi e monografie su Ortese, ha curato la Nota al testo dell’Iguana nel secondo volume dei Romanzi di Adelphi (2005) e ha pubblicato “La meraviglia e il disincanto” (Loffredo Editore, 2010), opera che analizza le tensioni tra visioni ideali e realtà nella narrativa dell’autrice. Durante l’incontro, verrà approfondito il rapporto tra la scrittura giornalistica e narrativa di Ortese, con un’attenzione particolare all’analisi critica della società del tempo.
Il programma degli incontri
La rassegna “Sguardi”, giunta alla sua terza edizione, propone un ciclo di sei appuntamenti dedicati all’opera di Anna Maria Ortese. Ecco i prossimi incontri in calendario:
- 31 gennaio: “L’iguana e Il cardillo addolorato: il mondo della diversità” con Maria Valeria Dominioni dell’Università di Macerata.
- 28 febbraio: “Corrispondenze di e con l’Ortese” con Monica Farnetti (Università di Sassari) e Adriana Chemello (Università di Padova).
- 28 marzo: “Corpo celeste: Il testamento dell’Ortese” con Lilia Bellucci, autrice di “E tu chi sei? Spazio, corpo, visioni in Anna Maria Ortese” (Avagliano Editore).
- Maggio (data da definire): incontro finale in presenza con letture e riflessioni sull’opera dell’autrice.
Anna Maria Ortese: una vita di scrittura
Nata a Roma nel 1914, Anna Maria Ortese trascorse un’infanzia itinerante con la sua numerosa famiglia. Descritta da Elio Vittorini come “la zingara sognante”, la Ortese debuttò nel 1937 con “Angelici dolori”. Nonostante le difficoltà economiche, decise di dedicarsi interamente alla scrittura, producendo opere che spaziano tra narrativa, poesia, giornalismo e saggistica. Nel 1967, vinse il Premio Strega con il romanzo “Poveri e semplici”. Ortese morì a Rapallo nel 1998, lasciando un’eredità letteraria di grande rilievo.
Andrea Baldi: studioso di letteratura
Oltre a essere stato direttore del Dipartimento di Italianistica della Rutgers University, Andrea Baldi ha contribuito alla ricerca sulla letteratura rinascimentale e novecentesca. Tra i suoi interessi si annoverano il rapporto tra cinema e letteratura, nonché la scrittura femminile, con studi su autrici come Matilde Serao, Anna Banti ed Elsa Morante. Ha inoltre co-curato saggi in onore di Marga Cottino-Jones e pubblicato articoli su autori come Pirandello e Calvino.
Approfondimenti e parole chiave
Parole chiave: Anna Maria Ortese, Andrea Baldi, Il mare non bagna Napoli, Komunicareleditoria, Rutgers University, scrittura femminile, Sguardi, Napoli.
Questa rassegna culturale offre un’occasione unica per esplorare l’universo letterario di una delle voci più significative del panorama italiano del Novecento.
Commenta per primo