Tragedia a Magione, 54enne muore nei magazzini Eurospin

Tragedia a Magione, 54enne muore nei magazzini Eurospin
foto archivio

Addetto della logistica stroncato da un malore domenica pomeriggio

Un uomo di 54 anni ha perso la vita nel pomeriggio di domenica mentre si trovava in servizio presso i magazzini Eurospin di Magione, in provincia di Perugia. La vittima, dipendente di una cooperativa attiva nel settore della logistica, è stata colpita da un malore mentre si trovava sul posto di lavoro. Inutili i tentativi di soccorso prestati al momento dell’accaduto: l’intervento del personale sanitario, allertato immediatamente, non è riuscito a salvare l’addetto.

L’uomo lavorava per la Coop Servizi Associati, cooperativa con sede a Perugia, che gestisce l’appalto del servizio logistico presso il centro di distribuzione del gruppo Eurospin nella località umbra. Le dinamiche del decesso, secondo quanto riferito, non lasciano dubbi sulla natura improvvisa del malore che ha colpito il lavoratore mentre era regolarmente in servizio.

L’episodio ha immediatamente suscitato una profonda reazione da parte delle organizzazioni sindacali di categoria. Le sigle Filt Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uiltrasporti hanno espresso vicinanza alla famiglia dell’uomo e sottolineato l’urgenza di riaccendere i riflettori sulle condizioni di lavoro in settori ad alta intensità fisica come quello della logistica.

I segretari delle rispettive sigle – Silvia Cascianelli per la Filt Cgil, Valerio Natili per la Fisascat Cisl e Stefano Cecchetti per la Uiltucs Uiltrasporti – hanno condiviso un messaggio congiunto in cui viene ribadita la gravità dell’accaduto. La nota pone l’attenzione sul contesto in cui la tragedia è avvenuta e sulla necessità, secondo i rappresentanti dei lavoratori, di considerare ogni morte che avviene in ambito lavorativo come strettamente connessa all’attività stessa, indipendentemente dalla causa diretta.

Nel messaggio sindacale viene rimarcata la difficoltà di accettare che si possa uscire di casa per adempiere ai propri doveri professionali e non farvi più ritorno. L’episodio, secondo quanto dichiarato, solleva ancora una volta interrogativi sulle reali condizioni di sicurezza garantite ai lavoratori. Le sigle sindacali, pur non avanzando accuse specifiche, mettono in evidenza la correlazione tra ritmi di lavoro spesso serrati e insufficiente attenzione alla salute psico-fisica del personale.

Nella nota si evidenzia inoltre come la distinzione tra infortunio e malore perda valore quando il risultato finale è la perdita di una vita. Per i rappresentanti sindacali, infatti, la cornice resta la medesima: si muore comunque per il lavoro, in qualunque forma questa fatalità si manifesti.

L’evento, accaduto all’interno di uno degli snodi logistici più attivi dell’area, porta con sé il peso di una riflessione più ampia, che riguarda l’intero sistema di produzione e distribuzione. Il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro resta una questione centrale, specie in comparti dove la produttività viene spesso messa in cima alle priorità aziendali.

I sindacati pongono l’accento sull’esigenza di un cambiamento di paradigma: l’approccio basato sulla produttività a ogni costo dovrebbe lasciare spazio a una nuova attenzione per la tutela della persona. In ambienti dove la pressione è costante, i carichi di lavoro sono elevati e i turni si susseguono con ritmi serrati, il rischio di eventi critici aumenta sensibilmente.

La cooperativa per cui lavorava la vittima è una delle numerose realtà operative in subappalto nei grandi poli logistici, modalità ormai consolidata nel settore. Il decesso dell’uomo solleva interrogativi anche sul sistema degli appalti e sulla capacità di garantire un controllo omogeneo delle condizioni lavorative per tutti gli addetti, indipendentemente dal contratto applicato o dalla tipologia di impiego.

In attesa di eventuali verifiche tecniche o accertamenti formali, quanto accaduto a Magione domenica scorsa si inserisce nel lungo elenco di decessi avvenuti in contesti lavorativi. Nonostante la costante attività normativa e le campagne di sensibilizzazione, le morti sul lavoro continuano a rappresentare una delle criticità più gravi per il mondo dell’occupazione in Italia.

Il fatto riporta al centro dell’attenzione pubblica e istituzionale la necessità di garantire una tutela reale e concreta per chi lavora, soprattutto in quei comparti meno visibili ma fondamentali per il funzionamento della filiera distributiva. La tragedia di Magione diventa, in tal senso, simbolo di una fragilità sistemica che richiede interventi urgenti e strutturali, affinché il diritto al lavoro non implichi più il rischio di non fare ritorno a casa.

1 Commento

  1. è paradossale l’argomentazione dei sindacati ….ma se fatigano di più nel tempo cosiddetto libero !!!!!!!!!

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