TrasiMemo compie dieci anni, da Paciano al mondo

TrasiMemo compie dieci anni, da Paciano al mondo

Il progetto celebra il suo decennale con un libro e nuove prospettive

Un decennio di esperimentazioni culturali, di valorizzazione dei saperi artigianali e di scambi internazionali. È questo il bilancio di TrasiMemo, il progetto nato a Paciano, che ha festeggiato i suoi primi dieci anni con la presentazione del volume “TrasiMemo at Home. Dieci anni di antropologia, relazioni, prospettive”. L’opera, firmata dagli antropologi Cinzia Marchesini e Daniele Parbuono, racconta la nascita e lo sviluppo di un’iniziativa che ha coinvolto, nel tempo, diversi territori italiani e che ha ricevuto anche il sostegno e l’interesse del Ministero della Cultura.

Il volume è stato presentato lo scorso venerdì a Palazzo Baldeschi di Perugia, davanti a una platea composta da autorità locali, esperti, collaboratori di TrasiMemo e cittadini. Durante l’evento, oltre alla presentazione del libro, sono state condivise riflessioni sul percorso fatto e sulle prospettive future. Il progetto, che ha dato vita anche a un piccolo allestimento museale, un archivio online e numerosi laboratori, è nato da una collaborazione tra l’Amministrazione comunale di Paciano e la Scuola di specializzazione in Beni demoetnoantropologici dell’Università degli Studi di Perugia, in convenzione con diverse università italiane, tra cui quelle di Basilicata, Firenze, Siena e Torino.

Secondo Marchesini, il progetto è stato concepito con l’intento di far rivivere i saperi artigianali del Trasimeno, riscoprendo e valorizzando tradizioni che, pur essendo parte del patrimonio locale, rischiavano di rimanere sconosciute. «Abbiamo scommesso sul recupero dei saperi manuali e sul loro inserimento in un contesto contemporaneo», ha dichiarato l’antropologa, sottolineando come l’obiettivo non fosse solo quello di conservare, ma di far vivere queste tradizioni. Il tutto, in stretta relazione con il paesaggio e il territorio circostante.

Parbuono, dal canto suo, ha evidenziato il valore della Convenzione di Faro, che sostiene l’idea di un patrimonio culturale che prende vita attraverso le persone e le loro pratiche quotidiane. «TrasiMemo è stato un esperimento di patrimonio vivo, creato dalla comunità, che è andato ben oltre le aspettative iniziali», ha spiegato Parbuono, aggiungendo che la comunità di Paciano ha contribuito attivamente alla realizzazione del progetto, rendendo i luoghi non solo di visita, ma di vita. Un concetto che si è rivelato centrale anche nel coinvolgimento delle nuove generazioni, che hanno partecipato ai laboratori e alle attività organizzate.

Nel corso dell’incontro sono intervenuti anche altri rappresentanti istituzionali, tra cui Sandro Pasquali, in rappresentanza della Provincia di Perugia e dell’Unione dei Comuni del Trasimeno. Pasquali ha sottolineato come il progetto non riguardi solo la piccola comunità di Paciano, ma tutto il comprensorio del Trasimeno, invitando tutti a sentirsi «responsabili della cura di questi luoghi». La valorizzazione del patrimonio, infatti, non è solo un compito delle istituzioni, ma di ciascun cittadino che vive e lavora in queste terre. «Dobbiamo continuare a far sopravvivere questi luoghi», ha dichiarato con convinzione Pasquali.

Il sindaco di Paciano, Luca Dini, ha parlato del progetto come di una grande opportunità di crescita per il territorio e come di un punto di partenza per nuove iniziative future. «TrasiMemo è un luogo dove ci si deve sentire a casa, dove l’autentico esercizio di proprietà è quello degli artigiani e di chi utilizza quotidianamente questo spazio», ha affermato Dini, evidenziando l’importanza di continuare a sviluppare attività che coinvolgano tutti i cittadini, a partire dai più giovani.

L’evento è stato anche l’occasione per presentare alcuni dei futuri progetti legati a TrasiMemo, che prenderanno vita già dal mese di aprile. Tra gli interventi di rilievo, Leandro Ventura, direttore dell’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, ha lodato l’approccio del progetto, definendolo un esempio virtuoso di gestione e valorizzazione del patrimonio immateriale. Tommaso Bori, vicepresidente e assessore alla cultura della Regione Umbria, ha anch’egli elogiato l’iniziativa, sottolineando come essa rappresenti un modello per altre esperimentazioni a livello nazionale.

Infine, le artigiane Monica Maria Giacomelli e Solidea Mencarelli, rispettivamente presidente e vicepresidente dell’Associazione Artivive TrasiMemo, hanno anticipato alcune delle attività future che coinvolgeranno i mestieri artigianali del Trasimeno, mettendo in luce la continua interazione tra il mondo dell’artigianato e quello culturale.

La presentazione del volume è stata affidata a Patrizia Cirino, del Ministero della Cultura, e a Massimiliano Minelli, dell’Università degli studi di Perugia, che hanno concluso la serata con riflessioni sul valore della memoria e della cultura in un mondo sempre più globalizzato, ma che deve mantenere saldi i legami con le proprie radici.

TrasiMemo, con il suo decennale percorso, si conferma così non solo come un progetto di valorizzazione del patrimonio, ma come un modello di comunità viva e partecipativa, un esempio concreto di come le tradizioni possano dialogare con la contemporaneità.

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