Violenza in discoteca, 56enne arrestato a Città della Pieve

Violenza in discoteca, 56enne arrestato a Città della Pieve

Condannato per stupro aggravato, dovrà scontare 4 anni

I Carabinieri di Città della Pieve hanno arrestato un uomo di 56 anni in esecuzione di un provvedimento emesso dalla Procura generale di Perugia. L’uomo dovrà scontare una pena di 4 anni e 14 giorni di reclusione, stabilita dalla Corte d’Appello di Perugia, per violenza sessuale aggravata. Dopo il fermo e le formalità di rito, è stato trasferito nel carcere perugino di Capanne.

Il fatto risale all’ottobre 2022, quando una giovane toscana di 22 anni fu abusata all’interno di un locale notturno di Città della Pieve, nell’ufficio situato dietro il bancone. All’epoca dei fatti, il 56enne era gestore del locale. La ragazza, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, era in evidente stato di alterazione alcolica, dopo essere stata più volte invitata a bere. Nonostante avesse manifestato malessere, le vennero somministrati ulteriori alcolici.

L’uomo, inizialmente agli arresti domiciliari, era stato condannato in primo grado a 5 anni e 4 mesi. La pena è stata successivamente ridotta a marzo, in relazione ad alcune imputazioni minori, ma è stata confermata l’aggravante per abuso di alcolici, ritenuta decisiva per compromettere la lucidità della vittima. Le testimonianze raccolte da altri frequentatori della discoteca hanno contribuito a consolidare il quadro accusatorio.

Secondo le indagini condotte dai Carabinieri della Stazione e del Norm, coordinate dalla Procura e supportate da riscontri testimoniali, la giovane fu condotta in una zona isolata del locale, dove venne costretta ad avere un rapporto sessuale. La dinamica dei fatti ha evidenziato che la vittima, pur cercando di sottrarsi, non riuscì a impedire l’abuso.

La Corte ha rigettato le tesi difensive, secondo cui il rapporto sarebbe stato consensuale e l’assunzione di alcol volontaria. La difesa aveva inoltre sostenuto che la ragazza avesse già bevuto prima di entrare nel locale, continuando poi per propria scelta. Tuttavia, i giudici hanno stabilito che l’uomo sfruttò deliberatamente la condizione di vulnerabilità della giovane, peggiorata anche a causa della reiterata somministrazione di bevande alcoliche.

La sentenza ha ritenuto il comportamento dell’uomo strumentale e preordinato a rendere la vittima incapace di intendere e reagire. Per questo, la condanna è stata confermata e l’uomo è stato definitivamente associato alla casa circondariale.

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