Montebuono, la comunità magionese ricorda il sacrificio compiuto per la libertà
La comunità magionese non dimentica l’atto di eroismo compiuto dagli abitanti di Montebuono per rivendicare il diritto alla libertà contro i soprusi compiuti dai nazi-fascisti in questo territorio nel mese di giugno del 1944. A rendere omaggio, con la deposizione di una corona d’alloro sul monumento che ricorda i tragici fatti, il sindaco Giacomo Chiodini, la presidente dell’Anpi di Perugia e dell’Umbria, Mari Franceschini, padre Francesco e discendenti e amici delle vittime. A ricostruire quanto accaduto l’assessore alla cultura del comune di Magione, Vanni Ruggeri.
Stanchi dell’ennesima razzia da parte dei tedeschi alcuni contadini del posto, in contatto con attivisti partigiani, si lanciarono all’assalto di alcuni carri armati nemici.
La rappresaglia non si fece attendere e l’8 giugno undici di loro vennero uccisi dai nazi-fascisti. I corpi furono portati via dai tedeschi. Si temevano rappresaglie anche contro i familiari tanto che alcuni di loro si nascosero per non essere trovati.
Solo l’intervento del parroco don Antonio Fedeli, che si offrì come ostaggio, riuscì ad evitare indiscriminate e sanguinose rappresaglie nei paesi circonvicini riuscendo anche a convincere i tedeschi a restituire i cadaveri che erano stati nascosti.
Alla cerimonia, tra gli altri, hanno partecipato assessori e consiglieri comunali, carabinieri della stazione di Magione, la Polizia municipale, gli ex-sindaci Massimo Alunni Proietti e Bruno Ceppitelli. Presenti il presidente della proloco di Agello, Francesco Mezzetti, dell’associazione bersaglieri sezione “Quinto Chiodini”, Daniele Bogna, e rappresentanti dell’Associazione nazionale combattenti e reduci di guerra.
A seguito dell’eccidio di Montebuono, il Comune di Magione è stato insignito, dal Presidente della Repubblica, della Medaglia di bronzo al Merito Civile, con la seguente motivazione: «Partecipava con fierezza e profonda fede in un’Italia democratica alla lotta partigiana, subendo, da parte delle truppe tedesche in ritirata, una feroce rappresaglia nella quale venivano uccisi undici suoi concittadini. Nobile esempio di spirito di sacrificio ed amor patrio».
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