Trasimeno a rischio: navigazione in crisi, richieste di intervento urgente

Trasimeno a rischio: navigazione in crisi, richieste di intervento

Melasecche interpella la Giunta su dragaggi e approvvigionamento idrico

Il livello idrometrico del Lago Trasimeno ha raggiunto valori allarmanti, con conseguenze dirette sulla navigazione e sul comparto turistico regionale. Il consigliere regionale della Lega Enrico Melasecche ha presentato un’interrogazione a risposta immediata per denunciare il progressivo deterioramento delle condizioni del bacino, attribuendo la responsabilità a un’inerzia amministrativa protrattasi nei mesi invernali e primaverili. L’assenza di interventi tempestivi, in particolare nei dragaggi dei fondali e nei canali di accesso, starebbe compromettendo l’operatività della flotta lacustre. I battelli più grandi sono ormai fuori servizio, tra cui il traghetto Perugia e il battello merci Grifone, quest’ultimo essenziale per il trasporto di mezzi di soccorso sull’Isola Maggiore. Senza di esso, in caso di emergenze come incendi, l’isola resterebbe isolata, priva di collegamenti rapidi con i servizi di protezione civile.

Il Concordia II, unico natante ancora parzialmente operativo, naviga in condizioni di alto rischio tecnico, con l’elica che rasenta il fondale. L’eventualità di un’avaria imminente è considerata concreta, soprattutto in assenza di dragaggi effettivi. La sospensione totale dei collegamenti con le isole, in particolare Polvese e Maggiore, potrebbe verificarsi già nelle settimane precedenti e successive a Ferragosto, periodo cruciale per il turismo. Il danno economico sarebbe rilevante, non solo per le compagnie di navigazione, ma anche per le attività commerciali locali, che dipendono fortemente dal flusso turistico stagionale. La reputazione del lago come meta turistica potrebbe subire un contraccolpo difficile da recuperare.

A Isola Maggiore, le darsene sono ormai inutilizzabili per le imbarcazioni private, con ripercussioni dirette sui residenti e sulle attività produttive. L’accesso limitato ostacola non solo la logistica quotidiana, ma anche il rifornimento di beni essenziali. Parallelamente, il fenomeno delle alghe non è stato adeguatamente contrastato. Le operazioni di taglio risultano incomplete, con una notevole quantità di biomassa che decompone lungo le rive, generando cattivi odori e un impatto ambientale negativo. Tale situazione, oltre a compromettere l’estetica del paesaggio, disincentiva la permanenza dei visitatori, aggravando il declino del turismo.

Melasecche sottolinea come la crisi fosse ampiamente prevedibile. Nonostante i ripetuti allarmi lanciati negli ultimi otto mesi, nessuna misura preventiva è stata adottata dalla Giunta Regionale e dall’Unione dei Comuni del Trasimeno. Il calo del livello idrometrico, stimato in circa 10 centimetri rispetto all’anno precedente, era previsto e avrebbe dovuto innescare un piano di interventi immediati. Nel 2020, durante la precedente amministrazione regionale di centrodestra, erano stati trasferiti all’Unione dei Comuni circa 3 milioni di euro, provenienti da finanziamenti ministeriali, destinati esclusivamente al dragaggio. Tuttavia, tali fondi non sono stati utilizzati in modo completo, con interventi mai portati a termine, contribuendo al progressivo inabissamento della situazione.

In passato, la stessa amministrazione aveva affrontato criticità legate all’ostruzione dei canali di alimentazione idrica, come quelli di Moiano e Anguillara, rimuovendo alberi cresciuti sui fondali e ripristinando la funzionalità idraulica. Tali azioni avevano permesso di sfruttare al meglio eventuali piogge intense, garantendo un ricarico parziale del lago. Oggi, invece, manca un coordinamento efficace tra i diversi enti competenti, con conseguente immobilismo.

Sul fronte dell’approvvigionamento idrico, si registra una gestione controversa del dossier relativo alle acque della diga di Montedoglio. Sebbene l’Università di Perugia avesse già effettuato studi preliminari sulla compatibilità chimica e ittica dell’utilizzo di queste risorse, l’attuale Giunta ha adottato un approccio debole nei confronti della Regione Toscana. In più occasioni, quest’ultima avrebbe assunto atteggiamenti di superiorità, imponendo condizioni non reciprocamente condivise. Il punto più critico è rappresentato dalla delibera di Giunta n. 751 del 22 luglio 2025, approvata senza alcun confronto con il Consiglio Regionale o con i territori interessati. Tale atto, presentato come un successo politico, è stato ritirato pochi giorni dopo, il 31 luglio, senza che ne fossero informati né il capogruppo del PD né la Presidente della II Commissione, competente in materia.

Questo episodio ha evidenziato una grave carenza di trasparenza e di coordinamento interno, amplificando le perplessità sulla capacità di governo della Giunta Proietti. L’accordo in questione, celebrato unilateralmente dalla stampa, è stato interpretato come una svendita degli interessi umbri, subordinando l’accesso a una risorsa idrica nazionale a logiche di convenienza elettorale toscana. Tale dinamica potrebbe aprire la strada a futuri ricatti in settori strategici, dall’alta velocità ferroviaria alla sanità.

Melasecche mette in guardia contro il rischio che l’adduzione delle acque di Montedoglio al Trasimeno venga usata come merce di scambio per rinunciare al posizionamento della Stazione Alta Velocità nel sito di Creti, individuato come baricentrico da RFI e frutto di un accordo tecnico tra Umbria, Toscana e RFI. Abbandonare questo progetto equilibrato significherebbe penalizzare definitivamente l’Umbria, spostando il baricentro delle infrastrutture verso la Toscana. Analogamente, la condivisione del Nibbio, elisoccorso regionale reso autonomo grazie all’impegno della Lega e del centrodestra, rischia di vanificare anni di investimenti. Se il mezzo fosse costantemente impegnato oltreconfine, non potrebbe garantire l’immediatezza richiesta nei territori più remoti dell’Umbria, soprattutto nel Centro-Sud.

Il consigliere chiede alla Giunta regionale di fornire entro tempi brevi un cronoprogramma chiaro e vincolante per il ripristino della navigazione. In particolare, vuole conoscere le misure concrete previste per il dragaggio dei fondali e dei pontili, le ragioni dei ritardi accumulati, e l’eventuale presenza di vincoli da parte della Soprintendenza. Qualora esistano, devono essere specificati i maggiori costi derivanti da prescrizioni legate alla destinazione dei fanghi. Inoltre, chiede di sapere perché alcune aree critiche, come quelle adiacenti a Isola Maggiore, non risultano incluse nei piani di intervento approvati.

Richiede infine garanzie sul fatto che la gestione delle acque di Montedoglio avvenga sotto il controllo dell’Autorità di Bacino nazionale, nel rispetto della sovranità umbra su una risorsa di competenza statale. Non si può accettare che l’approvvigionamento idrico del Trasimeno diventi strumento di pressione per cedere su altre partite strategiche. Il lago è un patrimonio ambientale, economico e identitario per tutta l’Umbria. La sua salvaguardia richiede azioni immediate, trasparenti e coordinate. Ogni ulteriore ritardo potrebbe segnare il punto di non ritorno per uno dei simboli più cari della regione.

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