Femminicidio a Po’ Bandino, Stefania Terrosi uccisa dal compagno

Femminicidio a Po’ Bandino, Stefania Terrosi uccisa dal compagno

Antonio Iacobellis, ex aeronautica, si toglie la vita dopo il delitto

La villetta di via Sardegna, a Po’ Bandino, è diventata teatro di un omicidio-suicidio che ha sconvolto la comunità di Città della Pieve. Stefania Terrosi, 59 anni, originaria di Siena e impiegata presso una cooperativa di pulizie, è stata uccisa da un colpo di pistola al petto esploso dal compagno, Antonio Iacobellis, sottufficiale dell’Aeronautica in pensione. Subito dopo l’omicidio, l’uomo si è tolto la vita con un colpo alla testa, ponendo fine a una vicenda drammatica maturata in un contesto già segnato da tensioni e difficoltà relazionali.

I fatti sono avvenuti intorno alle 11.30 del mattino. Prima di impugnare la pistola, una Beretta semiautomatica, Iacobellis aveva inviato due messaggi: uno a un conoscente residente fuori regione, l’altro al figlio della compagna. In quelle comunicazioni aveva preannunciato un gesto estremo, definendolo una «follia». Le persone raggiunte dai messaggi hanno immediatamente contattato i carabinieri. Quando il figlio della donna, 32 anni, è giunto alla villetta, ha trovato i corpi della madre e del compagno all’interno del soggiorno, segnando l’avvio delle procedure investigative.

La coppia viveva insieme da tempo, ma la relazione era ormai compromessa. Secondo quanto emerso, il figlio di Stefania avrebbe più volte suggerito alla madre di allontanarsi da Iacobellis, segnale di un clima familiare deteriorato benché privo di denunce formali o segnalazioni di violenza. Nella zona, i vicini non avrebbero percepito segnali che facessero pensare a un rischio imminente, descrivendo una coppia riservata. Le discussioni non sarebbero apparse diverse da quelle di molte altre famiglie, lasciando imprevedibile l’esito tragico.

L’indagine coordinata dalla procura, con la pm Mara Pucci, dovrà chiarire diversi aspetti ancora aperti. In particolare è necessario verificare la regolarità della detenzione dell’arma, una pistola calibro 9 che non risulta quella d’ordinanza. All’interno della villetta, fino a tarda sera, i rilievi dei carabinieri della Compagnia di Città della Pieve e della Sezione investigazioni scientifiche del nucleo investigativo di Perugia hanno documentato la scena del delitto e raccolto gli elementi utili alla ricostruzione definitiva della dinamica.

Nel giardino dell’abitazione sono rimasti i piccoli cani di Stefania, spesso presenti anche nelle foto del suo profilo social, dove la donna aveva espresso un chiaro messaggio contro la violenza sulle donne. Tra le ipotesi investigative, si valuta se i messaggi inviati da Iacobellis siano partiti prima o dopo l’omicidio, mentre l’autopsia chiarirà se la vittima sia stata raggiunta da un solo colpo o da più spari.

Il femminicidio-suicidio avvenuto a Po’ Bandino richiama alla memoria altri casi che hanno toccato la stessa area. Non lontano da lì, nel 2021, un bambino di due anni fu ucciso dalla madre, successivamente condannata. Undici mesi fa, a Gaifana, un’altra donna, Eliza Stefania Feru, fu uccisa dal compagno, una guardia giurata. La tragedia che coinvolge Stefania Terrosi aggiunge un nuovo capitolo a una serie di episodi che continuano a segnare profondamente il territorio e che vengono ora esaminati dagli inquirenti per definirne ogni dettaglio con rigorosa esattezza.

La presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, esprime profondo dolore e cordoglio per la tragedia avvenuta a Pò Bandino, a Città della Pieve, dove – si è verificato un caso di femminicidio seguito da suicidio, un evento che genera sgomento e riapre una ferita profonda in tutto il territorio. “La notizia di quanto è accaduto scuote l’Umbria intera – afferma la presidente. Siamo vicini alla famiglia colpita da questo dolore improvviso e difficile da comprendere. In questi momenti il nostro primo dovere è il rispetto, la presenza partecipe delle istituzioni accanto a chi sta vivendo un lutto così terribile e profondo”. La presidente richiama il valore della prossimità e dell’unità: “Il pensiero di tutti va alle persone che oggi portano il peso più grande di questo dramma. La comunità si stringe intorno a loro, perché nessuno debba affrontare da solo un dolore così immenso e assurdo”. In chiusura, la presidente affida un richiamo al percorso di impegno delle istituzioni: “Continueremo a lavorare, come stiamo facendo, per rafforzare gli strumenti di prevenzione, ascolto e tutela, oggi il cuore dell’Umbria è qui, accanto a una comunità sconvolta e addolorata”.

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