Forestale, scoperto sotterramento illegale di rifiuti

Sottufficiali ed Agenti del Comando Stazione di Città della Pieve del Corpo Forestale dello Stato nei giorni scorsi, nel corso della quotidiana attività di controllo del territorio, hanno accertato sospetti movimenti di terreno effettuati all’interno di un lotto di terreno edificabile ubicato presso la zona industriale di Pò Bandino.

Ad un esame più accurato il personale della pattuglia ha constatato che in un area ben delimitata di forma rettangolare, della superficie stimata di circa duecento metri quadrati, il terreno appariva movimentato di recente e l’area era stata poi coperta con rami e frasche di piante. In alcuni punti emergevano dal terreno smosso frammenti di asfalto e pezzi di cemento parzialmente interrati.

La regolarità della forma dello scavo faceva supporre trattarsi di una grossa buca realizzata con mezzi meccanici e successivamente , ad avvenuto riempimento, ricoperta in superficie con terreno al di sopra del quale veniva disposto materiale vegetale, con lo scopo presumibilmente di occultare l’intervento effettuato.

Dalle informazioni assunte in loco, dal proprietario del terreno ed il titolare della ditta edile che aveva eseguito i lavori, che venivano fatti intervenire sul posto, risulterebbe che l’interramento di rifiuti accertato riguarderebbe materiale inerte proveniente da interventi di demolizione. L’area interessata è stata sottoposta a sequestro penale, che è stato convalidato dalla competente Autorità Giudiziaria, P.M. presso la Procura di Terni.

Saranno effettuati a breve termine ulteriori accertamenti per confermare che il materiale sotterrato sia soltanto quello che emerge in superficie, rifiuti di natura edile, o eventualmente siano presenti anche altre tipologie di rifiuti, che possano comportare conseguenze ben maggiori di inquinamento del terreno.

Il proprietario del terreno e l’esecutore materiale dei lavori sono stati segnalati all’Autorità Giudiziaria per il reato di abbandono e deposito incontrollato di rifiuti, ai sensi della legge 152/06 Testo unico ambientale, per la loro condotta rischiano la pena dell’arresto fino ad un anno e la sanzione amministrativa fino a 26.000 euro, oltre a porre in essere i necessari interventi di bonifica e ripristino ambientale dello stato dei luoghi.

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