“Siamo alla frutta”, a Passignano, insegnante, perché gay, viene allontanato dalla scuola

Omphalos Arcigay Arcilesbica apprende con sgomento dell’ennesimo caso di discriminazione, questa volta ai danni di un insegnante della provincia di Perugia, contestato da alcuni genitori per il suo orientamento sessuale. Il professionista, con oltre dieci anni di onorata esperienza, è stato costretto alle dimissioni dal clima di omofobia creatosi a seguito dell’intervento di alcuni genitori che gli contestavano di non essere adatto all’insegnamento a causa della sua omosessualità. Nonostante il pieno supporto del Dirigente Scolastico e degli allievi, l’insegnante non ce l’ha fatta e ha rassegnato le dimissioni dall’incarico.
«Dobbiamo ancora una volta assistere ad un episodio di subdola discriminazione – commenta Emidio Albertini, co-presidente di Omphalos – Questo è il frutto delle campagne di odio che i movimenti oltranzisti cattolici e di estrema destra stanno portando avanti in Umbria e nel resto del paese. Le loro manifestazioni, apparentemente silenziose e rispettose, sono invece intrise di odio e discriminazione e sono le principali responsabili di questo clima da caccia alle streghe.»
Omphalos ha ricevuto anche numerose segnalazioni da parte di genitori di allievi delle scuole umbre sull’esistenza di un manuale di “autodifesa dalla teoria del gender”, che nei fatti invita i genitori a bloccare e boicottare qualsiasi progetto proposto nelle scuole orientato all’inclusione sociale delle persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali). La discriminazione subita dall’insegnante dell’istituto comprensivo di Passignano e Tuoro “Dalmazio Birago” è un chiaro esempio di come questa campagna di odio stia mietendo le sue prime vittime innocenti.
«Ci appelliamo ancora una volta alla Presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, e al Consiglio Regionale tutto – conclude Patrizia Stefani, co-presidente di Omphalos – Le istituzioni hanno l’obbligo morale di dare risposte chiare e ferme a situazioni di discriminazione come queste. In Regione è ferma da anni una proposta di legge contro l’omofobia e la transfobia. Ora è giunto il momento di passare dalle parole ai fatti e di portare la legge a rapida approvazione, altrimenti si dica chiaramente che non c’è la volontà politica di farlo.»

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