
Vaiano, uccide i due figli e poi si suicida, autopsia sui corpi
Gli inquirenti coordinati sul posto dal magistrato Manuela Comodi avrebbero sequestrato nella casa tre coltelli sporchi di sangue
Il medico legale, Massimo Lancia, da lunedì inizierà le autopsie sui corpi. Dapprima verranno esaminati quelli dei bambini, poi si penserà ai funerali. Gli inquirenti coordinati sul posto dal magistrato Manuela Comodi avrebbero sequestrato nella casa tre coltelli sporchi di sangue.
«Ti rendi conto di quello che ho fatto ai miei figli? Non provate a fermarmi». Sono state queste le ultime parole di Maurilio Palmerini, 58 anni, italiano dopo aver ucciso i due figli e prima di lanciarsi nel pozzo. Si lasciato cadere nel profondo pozzo di 20/30 metri accanto alla casa in via degli Eroi a Vaiano, frazione di Castiglione del Lago.
La tragedia è avvenuta ieri mattina alle ore 11 circa. Maurilio Palmierini, ha ucciso i due figlioletti di 8 e 13 anni, un bambino (Huber) ed una bambina (Giulia) e poi si è suicidato. Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe tentato di uccidere anche la moglie polacca, pure lei cinquantenne, che però è riuscita a fuggire, rifugiandosi a casa dei vicini e a dare l’allarme. La donna è ferita alla guancia destra, ma non è in pericolo di vita. Entrambi i bambini erano a casa perché il sabato non c’è la scuola. E’ stato questo l’epilogo di un dramma con radici lontane. L’uomo era senza lavoro, da tempo depresso per una situazione economica che precipitava sempre più. La moglie faceva lavori saltuari, entrambi non avevano un posto fisso.
IL LUOGO DELLA TRAGEDIA – LE FOTO – IL VIDEO
Sul posto oltre a mezzi del 118 anche i Carabinieri della stazione di Castiglione del Lago coordinati dai colleghi della compagnia di Città della Pieve, la polizia municipale e i vigili del fuoco che hanno recuperato il corpo dell’uomo dal pozzo. Sul posto per i rilievi è giunto il magistrato di turno, la dottoressa Manuela Comodi e il medico legale, Massimo Lancia. Era presente anche il primo cittadino di Castiglione del Lago dove Palmerini era originario, Sergio Batino.
«Sconforto, dispiacere, dolore per quanto è successo alla famiglia di Vaiano, non li conosco personalmente, ma sono sconcertato. È una tragedia che sconvolge ancora di più perché coinvolge due minori». Sono le prime parole a freddo del sindaco di Castiglione del Lago, Sergio Batino. E’ il sintomo della disgregazione della società – ha aggiunto -. “Non conoscevo Maurilio Palmerini di persona”, spiega il sindaco, accennando a “problemi di depressione” dell’uomo e ricordando che “il Comune nel recente passato aveva fornito aiuto alla sua famiglia”. “Per la moglie di Maurilio – annuncia infine – faremo tutto il possibile, presto andrò a trovarla per offrirle sostegno ed intervenire con gli strumenti a disposizione dell’amministrazione”.
Comodi ha disposto l’esame sui corpi sia dei figli che del padre.
Tra gli elementi da appurare c’è un eventuale stato di alterazione psico-fisica di Palmerini. Gli inquirenti, infatti, sanno che l’uomo era in cura al Centro igiene mentale e non sono ancora in grado di escludere che assumesse medicinali, anche se ieri non ne sono stati trovati in casa. Non era tuttavia un paziente “in carico” al Cim in modo strutturato, da quanto confermano fonti sanitarie. Solo nell’ultimo periodo, per un malessere collegato soprattutto alle difficoltà economiche, era entrato in contatto con i servizi della Usl. A conferma dell’ipotesi che la disperazione potrebbe essere alla base del gesto di follia, nell’auto di Palmerini è stato trovato un decreto di pignoramento della casa. I problemi economici della famiglia erano comunque ampiamente conosciuti a Vaiano, paesino in collina di appena 400 anime. E da tempo era scattata una gara di solidarietà. Gli amici offrivano volentieri il caffè a “Cik”, come era soprannominato Maurilio secondo i racconti di chi è cresciuto con lui. Anche la Caritas si adoperava per alleviare una situazione del tutto precaria.
Le parole dell’amico Luciano Pelosi [VIDEO]: «Era un uomo molto attaccato ai figli, Maurilio li portava a scuola e li andava a riprendere», sono le parole di Luciano, un vicino di casa dell’uomo che ha ammazzato i due figlioletti e poi si è ucciso gettandosi nel pozzo che si trova dietro casa. «Era molto attaccato a loro – racconta – e quando l’estate andavano in Polonia con la mamma, ci teneva ad informarmi per dirmi che stavano bene». Luciano è stato chiamato da un’altra vicina di casa: “Corri, vieni, che è successo qualche cosa di brutto”. «Quando sono arrivato – racconta il signor Luciano – Maurilio era sopra al muretto che si voleva buttare dentro». Il vicino di casa ha cercato di fargli cambiare idea, ma non c’è stato niente da fare. Il pozzo, a quanto dice il vicino, sembra sia in comune con una zia molto anziana e che viveva accanto alla casa dove è avvenuta la tragedia. L’anziana donna, secondo quanto racconta Luciano, vivrebbe in una casa di cura perché troppo anziana e, di fatto, Marsilio sarebbe rimasto solo, privo, cioè di altri familiari. Un uomo che avrebbe passato dei momenti difficili e in suo aiuto sarebbero arrivati anche i paesani di Vaiano e gli amici. Niente, però, secondo il signor Luciano avrebbe potuto, nonostante le difficoltà e un po’ di presunta depressione, lasciar presagire un gesto così drammatico. Una persona che era in cura, racconta Luciano. «Ultimamente – racconta -, quando ci ho parlato, cercavo di dirgli di sostenersi, di aiutarsi, ma ho avuto la sensazione che non gli facesse neanche troppo piacere parlare dei suoi disagi psichici». Nel frattempo che Marsilio si voleva gettare sul posto erano arrivati i carabinieri per cercare di salvarlo. A detta di Luciano, l’uomo avrebbe rifiutato la fune che gli stavano offrendo i Militari. «L’ho visto tremare – aggiunge – si vedeva che era proprio stravolto. I Carabinieri insistevano affinché prendesse la corda per imbracarsi. Mi dispiace tanto – conclude -, era un amico, volevo bene a lui e alle sua creature. Un’amicizia di vecchia data».
Il cardinale Bassetti, profondamente scosso per quanto è accaduto in una famiglia di Vaiano, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, parteciperà ai funerali delle due giovani vittime innocenti: Poco prima dell’ora di pranzo di oggi, sabato 30 gennaio, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti è stato informato dai suoi collaboratori della tragedia consumatasi in una famiglia di Vaiano, frazione di Castiglione del Lago, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dove un padre ha ucciso i suoi due figli di 8 e 13 anni e poi si è tolto la vita. L’arcivescovo si è messo in contatto con il parroco del piccolo centro, don Amerigo Rossi, esprimendogli la sua vicinanza spirituale alla comunità parrocchiale e si è raccolto in preghiera per quanti sono stati coinvolti in questa ennesima tragedia familiare che non può non interrogare l’intero tessuto sociale umbro. Il cardinale, profondamente scosso e rattristato, anche perché aveva incontrato durante la recente Visita pastorale alla zona del Lago Trasimeno le due giovani vittime innocenti, ha deciso di partecipare al loro funerale.
La comunità di Vaiano si è unita più di quanto già non lo fosse nelle ore successive alla tragedia. Il pensiero a Caterina, la moglie polacca di Maurilio ricoverata in ospedale non solo per le ferite ma anche per lo choc è forte. Ma c’è stato già spazio per la preghiera, per unirsi nel ricordo delle tre vittime. Un rosario è stato già recitato ieri sera alle 21, un altro ce ne sarà oggi pomeriggio alle 15,30. Questa mattina alle 11,30, intanto, la gente si ritroverà in chiesa per l’appuntamento settimanale della messa. Anche questa sarà un’occasione per ritrovarsi e per cercare di superare all’insegna della preghiera un giorno devastante.
Le parole di Don Enrico: “Maurilio era una brava persona – racconta il parroco di Vaiano – semplice come la sua famiglia e i suoi genitori che aveva accudito fino all’ultimo giorno di vita dopo che si erano ammalati. Per prendersene cura aveva anche lasciato il lavoro da informatore farmaceutico. Un dramma del genere lascia letteralmente senza parole e ti pone mille domande: se è stato fatto tutto il possibile per evitare una tragedia del genere, se era necessario fare di più, visto che quanto noi tutti abbiamo cercato di dare si è rivelato inutile”.
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