
Un grande successo per la tradizionale Festa di Sant’Antonio che vede impegnati annualmente i volontari dell’omonima confraternita nell’organizzazione di momenti religiosi e ricreativi intorno all’omonima chiesetta del rione Caserino.
Nati dalla collaborazione con altre associazioni, come nel caso della corsa dei carrettini, o dal perpetuarsi di un’antichissima tradizione religiosa, come le Sante messe in tutte le vie del rione o la grande processione finale, gli eventi proposti hanno richiesto un grande impegno da parte dei volontari invitati a collaborare attraverso una lettera che, ogni anno, un anonimo confratello invia a tutti gli abitanti.
«Abbiamo scelto di coinvolgere le persone in questo modo – spiega il presidente della Confraternita di Sant’Antonio Simone Duchi – perché una lettera consente di esprimere sentimenti autentici e sentiti. Inoltre, molti confratelli hanno tante memorie della loro infanzia legate a questa festa, come dimostra la lettera pubblicata quest’anno, e questo è un modo per condividerli con tutti.»
«Scavando nella memoria a più di trent’anni fa – scrive infatti il confratello autore della lettera nell’edizione 2015 -, ho solo flebili ricordi della mia quotidianità di allora, mentre custodisco indelebili immagini che ancora oggi mi regalano emozioni che non hanno prezzo! I nostri nonni e padri, allora poco più che ragazzi, intenti negli sfottò prima e dopo i giochi popolari del Rione di Caserino; le tattiche su come scalare il viscido “Palo della Cuccagna”, sulla cui sommità svettava maestoso “l’pregiutto”, premio a quei tempi ben più ambito… non sempre si trattava solo di gloria! Il profumo del “maggio”, i fiori della ginestra che noi ragazzetti di 10-15 anni eravamo orgogliosamente investiti di andare a raccogliere per il “Gioco delle Brocche”! La raccolta, casa per casa, delle offerte donate da tutte le Famiglie del Rione. La processione di sera per le vie di Caserino, con tutti i balconi illuminati e vestiti a festa con gli stendardi.»
Ricordi che si uniscono all’invito alla partecipazione perché, si legge ancora nella lettera: «sono le tradizioni che creano, in ogni comunità, coesione, senso di appartenenza, solidarietà, orgoglio, in una parola: cultura! Un valore aggiunto non secondario rispetto all’evidente spessore religioso di questa tradizione».
Tutti i tipi di contributo «idee, manualità, disponibilità di tempo» sono state un valore apprezzato che hanno trovato, nel successo della manifestazione, il loro riscontro.
Nella foto i volontari della confraternita con il presidente Simone Duchi e il sindaco Giacomo Chiodini
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