Non sono mancati i premi e i riconoscimenti nella seconda edizione di Castiglione Cinema 2019 – Rdc Incontra, il festival promosso da Fondazione Ente dello Spettacolo nello splendido borgo di Castiglione del Lago.
Alessio Boni ha ricevuto il premio Pino Passalacqua dedicato agli attori che sono stati allievi del grande Maestro e che portano con sé il suo insegnamento. Il premio, arrivato alla sua seconda edizione, era stato assegnato lo scorso anno a Lino Guanciale.
L’importante riconoscimento, un piatto realizzato da Stefania Ceramiche, è stato consegnato da una madrina d’eccellenza: Elena Sofia Ricci, figlia putativa di Pino Passalacqua.
“Per me è importantissimo dare questo premio” – ha ricordato Elena Sofia Ricci. “Pino meritava un riconoscimento. Credo che lui non abbia avuto nella sua carriera quello che meritava. Noi suoi figli, allievi, lo continuiamo a portare con noi e a farlo vivere in ognuna delle nostre interpretazioni. Se uno ci fa caso i suoi allievi hanno un minimo comune denominatore: la voglia e la capacità di diventare qualcun altro. Pino ci spingeva a lavorare sulla creazione e l’interpretazione di un personaggio che fosse lontano da noi e che fosse altro da noi. Tutti i suoi allievi conservano l’esercizio di crescere e di sperimentarsi e mettersi in discussione e in questo senso lo facciamo rivivere nelle nostre carriere.”
“E’ stato un piacere ricevere questo premio da Elena Sofia perché Pino Passalacqua ci ha sempre accumunato” – sottolinea Alessio Boni. “Era il suo padrino ed è stato il mio insegnante nei primi anni di Accademia d’Arte Drammatica. Tutte le volte che io e Elena ci incontriamo il nostro trait d’union è sempre Pino. E’ stato un orgoglio ricevere il premio dedicato al suo nome perché mi ricorda la genesi di tutta la mia professione. Pino era severo, ma non era spigoloso e per come è il mio carattere è stata la forma più giusta per poter tirare fuori tutto quello che avevo”.
Fondazione Ente dello Spettacolo ha poi assegnato il premio Castiglione Cinema 2019 – RdC Incontra a Luca Argentero, Isabella Ragonese e al Maestro Pupi Avati.
Il premio viene assegnato ogni anno a quelle figure che hanno contribuito alla ridefinizione dell’immaginario e della filiera cinematografica italiana proponendo, ciascuno nel proprio campo, un’idea di innovazione vincente, significativa dal punto di vista culturale,e coerente con una storia e il peso della sua tradizione.
Il riconoscimento è stato attribuito a Luca Argentero con la seguente motivazione: perché nel corso del tempo ha saputo confermare quanto di positivo già suggerito ad inizio carriera. La casa del Grande Fratello l’avrà reso popolare, certo, ma è il lavoro compiuto una volta uscito da lì a renderlo quello che è oggi. Ha avuto Saturno contro, ha dato Lezioni di cioccolato, è stato Solo un padre, ha vissuto Il grande sogno, ha avuto Un boss in salotto, ha alloggiato all’Hotel Gagarin. Diverso da chi? Da tutti quelli che, partiti come lui, sono spariti dentro a un salotto televisivo. Mentre lui, da 16 anni a questa parte è diventato addirittura un supereroe: Copperman.
Il premio Castiglione Cinema 2019 – RdC Incontrà è stato conferito all’attrice Isabella Ragonese con la seguente motivazione: drammaturga, regista e attrice teatrale, fa del suo esordio al cinema una dichiarazione d’intenti: Nuovomondo, per la regia di Emanuele Crialese (2006). L’abbiamo scoperta, precaria e neolaureata in filosofia teoretica, in Tutta la vita davanti (Paolo Virzì, 2008), l’abbiamo ritrovata ad amare per Dieci inverni (Valerio Mieli, 2009), a lottare per La nostra vita (Daniele Luchetti, 2010), ad affrancarsi per Il padre d’Italia (Fabio Mollo, 2017). Con Sole cuore amore di Daniele Vicari (2017) conferma – letteralmente – di voler prendere parte civile nel qui e ora della sua generazione: riflessiva e appassionata, idealista e ideologica, ha incarnato e cantato il lavoro come nessun’altra.
Fondazione Ente dello Spettacolo ha conferito al Maestro Pupi Avati il premio Castiglione Cinema 2019 – Rdc Incontra per il seguente motivo: oltre che uno dei titoli più significativi della sua filmografia, una sconfinata giovinezza sembra essere anche il tratto distintivo di un maestro che, con gli anni Duemila, si è messo a girare a un ritmo forsennato regalandoci nuove appassionanti puntate di una chiara visione autoriale, Pupi Avati si è garantito la fedeltà di un pubblico affezionato e l’interesse di quello nuovo, caso più unico che raro nella schiatta degli autori del nostro cinema. Una dimostrazione che la coerenza paga, ma solo quando viene alimentata da una ribollente vena creativa.
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