
Piegaro Civica denuncia silenzio e manca comunicazione ufficiale
Lunedì sera a Piegaro si è svolta l’assemblea pubblica promossa da Piegaro Civica, al centro della quale è stata posta la questione del Centro di accoglienza straordinaria (Cas) attivato nel comune. Gli abitanti e i rappresentanti locali reclamano chiarezza sull’effettivo utilizzo della struttura: secondo quanto affermato dal coordinatore di Umbria Civica, Mauro Brilli, la struttura non risponderebbe alle caratteristiche di un CAS, ma piuttosto a quelle di un centro di prima accoglienza.
Nel dibattito emerge forte la critica verso le istituzioni ritenute distaccate, che prendono decisioni rilevanti senza coinvolgere la comunità né le associazioni locali, con conseguenze dirette sulle abitudini e la vita sociale degli abitanti. Il rapporto pubblico-amministrazione appare compromesso, con una richiesta esplicita di rendere conto all’intera cittadinanza.
La vicenda ha coinvolto anche la Regione, dove il 25 luglio è stata presentata un’interrogazione dal consigliere Arcudi. Tuttavia, la risposta dell’assessore Barcaioli, che ha dichiarato di non essere a conoscenza dell’esistenza del centro, ha suscitato sconcerto e accuse di superficialità o peggio, di disinformazione, soprattutto considerando che il Comune aveva regolarmente trasmesso una petizione firmata dai cittadini il 15 luglio.
Con i suoi circa 3.200 abitanti, Piegaro si interroga inoltre sul rispetto delle direttive ANCI riguardo al rapporto tra numero di ospiti e residenti. La posizione di Piegaro Civica non è contraria all’accoglienza in sé, ma reclama un percorso di dialogo e condivisione, lontano da quel “patto del silenzio” che finora ha dominato, per giungere finalmente a un “patto della chiarezza”. L’amarezza espressa da Brilli riassume la situazione: «Purtroppo oggi ci sentiamo solo presi in giro dalle istituzioni che dovrebbero rappresentarci».
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