Oasi la valle di San Savino a Magione un esempio di buona gestione MAGIONE – MAGIONE 12 novembre 2016 – Il 17 novembre gli operatori della cooperativa che gestisce L’Oasi la valle di San Savino, Magione, racconteranno la loro esperienza lavorativa alla manifestazione “All Routes Lead to Rome – Tutti gli Itinerari portano a Roma” in programma nella capitale.
“L’Oasi – spiega Maddalena Chiappini, responsabile dell’Oasi – è stata selezionata da Federcultura, la parte culturale di Confcooperative a cui noi aderiamo, come buon esempio di salvaguardia ma anche di gestione e promozione di un bene ambientale”.
I quattro operatori che consentono ai visitatori di vivere una totale immersione nella particolarità dell’ambiente lacustre porteranno la loro esperienza lavorativa nell’ambito della sessione “Il cammino della cooperazione per valorizzare la bellezza dei territori”. “Spiegheremo – prosegue Maddalena – le attività che svolgiamo all’interno del centro Attività che spaziano dal turismo sostenibile, alla ricerca all’educazione ambientale. Siamo alla vigilia del 2017 anno mondiale del turismo sostenibile, in questo contesto gli itinerari culturali e sostenibili devono diventare una risorsa imprescindibile del turismo lacustre”.
A completare il racconto, certamente significativo, non potevano mancare le immagini dei luoghi descritti. ”Per questa parte – fa sapere la responsabile – ho chiesto la collaborazione di alcuni fotografi dei gruppi facebook “Trasimeno panorami e foto” e “Flora e Fauna del Trasimeno”. La risposta è stata ampiamente positiva in ambedue i casi per cui porteremo a Roma anche alcuni dei tantissimi scatti che hanno immortalato la ricca avifauna del lago oltre, naturalmente, la spettacolare passerella”.
La cooperativa gestisce l’Oasi dal 2009. “Quando abbiamo preso in carico tutta la gestione di questo spazio subentrando alla precedente associazione ambientalista, l’oasi aveva circa 1200 visitatori l’anno. Oggi siamo arrivati a 10mila visitatori l’anno ma sappiamo che le potenzialità possono essere per il doppio. La difficoltà maggiore è stata quella di far capire che l’Oasi era uno spazio aperto in cui poter fare delle esperienze. Ci siamo messi a disposizione dei visitatori e oggi abbiamo rapporti con molte scuole, dal nido all’Università, collaboriamo con atenei di diverse città italiane e straniere tra cui l’America, e la Germania. Quello che cerchiamo di fare è, soprattutto, dare risposte alle esigenze di un particolare tipo di turista”.
“Il turismo sul lago, almeno nella nostra esperienza – conclude Maddalena – al 90% non è italiano. Proviene dal nord-europa, spesso ha famiglia ed è sopra i 35 anni. Non è un turismo giovanile in cerca d’evasione. È più maturo, più adulto e più consapevole. Viene per conoscere la nostra cultura, l’enogastronomia, gli antichi mestieri, gli ambienti naturali e, soprattutto, ama fare esperienze di conoscenza. Per questo ben vengano gli itinerari, i percorsi culturali e tutto quello che può far sentire il visitatore partecipe della vita del luogo”.
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