
Unione dei Comuni Trasimeno, M5s: “Dove sono i progetti?” Benedetti da Catiuscia Marini (che per l’ennesima volta abbandonava l’Aula con ore di anticipo), pochi giorni fa gli otto sindaci del Trasimeno hanno firmato l’atto costitutivo dell’Unione dei Comuni, che più modernamente chiamano ‘la Città del Trasimeno’. Tuttavia se, come è stato dichiarato, “l’idea di città unica … deve essere un sentire comune dei cittadini”, allora cominciamo male.
Infatti i cittadini tuttora non conoscono lo Statuto dell’Unione, proprio come un anno fa, quando arrivò nei consigli comunali per essere votato.
Nessuno dei Comuni del Trasimeno ha attivato processi partecipativi per informare e coinvolgere la cittadinanza, e certo l’incontro pubblico di martedì era ad uso pressoché esclusivo degli addetti ai lavori: giorno feriale, ore cinque del pomeriggio, su un’isola.
Dagli articoli di stampa sull’Unione dei Comuni si apprende ben poco:
1) “Sarà a costo zero”.
Ma l’Unione dei Comuni avrà un ufficio di segreteria e di ragioneria, un numero imprecisato di impiegati, un suo bilancio e dei revisori dei conti, quindi dei costi reali. Però, a quanto sappiamo, non esiste alcuno studio di fattibilità dove questi risparmi siano scritti nero su bianco.
2) “Il consiglio sarà composto di 24 membri, 16 di maggioranza (di cui gli 8 sindaci che compongono la giunta), 8 di opposizione”.
Ma nella logica dello Statuto dell’Unione la minoranza viene considerata un’entità unica, quando è formata da forze portatrici di istanze differenti. Così, poiché per ogni comune andrà un unico consigliere di minoranza, non tutte le opposizioni dei diversi comuni saranno presenti, con una grave lesione del diritto ad essere rappresentati dei cittadini.
3) “Sono in arrivo 15 milioni di euro”.
Ma per spenderli come? L’Investimento territoriale integrato (ITI) per il Trasimeno, in quanto area di particolare pregio ambientale, può accedere a risorse plurifondo. Di questo soprattutto si è parlato nella conferenza stampa; di un bel mucchietto di soldi da impiegare sulla tutela del paesaggio e dell’ambiente, per le PMI, l’inclusione sociale, la comunicazione ecc. Ma anche qui, in tanta genericità che, in Italia, fa il paio con soldi a pioggia per soddisfare le più varie clientele, non si coglie una strategia territoriale.
Cosa farà allora quest’Unione dei Comuni? Non è chiaro. Secondo lo Statuto si occuperà di sociale, turismo, servizi informatici, progetti di sviluppo di area vasta e di accesso ai fondi europei. In realtà, non si parla di un piano su come gestire le funzioni condivise.
L’Unione dei Comuni, priva di reale coerenza interna, connotata da indefinitezza di funzioni e servizi, dopo anni di tentativi falliti, pare nascere ora sotto il segno dei ‘15 milioni di euro’. Soldi che devono obbligatoriamente essere investiti in progetti di ampio respiro: secondo il M5S, bisognerebbe iniziare dalla tutela dei corpi idrici del Trasimeno, intervenendo sui depuratori e sulla salvaguardia dell’area perilacuale.
Il rischio è invece che si crei l’ennesimo carrozzone spreca soldi, un altro ente inutile, volto a intercettare fondi per poi spartirli tra i vari Comuni per mere spese ordinarie, spesso semplici manutenzioni, senza alcuna incidenza sui territori. Senza alcun reale progetto d’area scelto e condiviso con la cittadinanza
Andrea Liberati – M5S Regione Umbria
Stefano Bistacchia – M5S Castiglione del Lago
David Cerboni – M5S Castiglione del Lago
Ilaria Gabrielli – M5S Città della Pieve
Roberto Passerini – M5S Magione
Valerio Spanu – M5S Panicale
Stelvio Olivi – M5S Piegaro
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