“Bigoressia” e “ortoressia”: si allargano i confini dei Dca (disturbi del comportamento alimentare) fino a trasformare il panorama in una galassia in continua trasformazione. Chi si avvicina alla materia oggi deve abbandonare pregiudizi e stereotipi, e deve aggiornare la terminologia, perchè l’ossessione per cibo e corpo sta subendo profonde mutazioni. Quelli che fino a pochi anni fa potevano sembrare disturbi di genere, oggi non conoscono confini di sesso o d’età.
E così, sulla scena si affacciano forme inedite, oltre che particolarmente subdole, come la bigoressia (ossessione per la massa muscolare) e ortoressia (ossessione del mangiare bene). Nella Giornata nazionale del “fiocchetto lilla”, Castiglione del Lago, insieme ad oltre 50 città italiane, si è occupata dei disturbi del comportamento alimentare, ospitando il convegno “Oltre lo specchio la vita: lo sguardo de Il Bucaneve”, promosso dall’omonima associazione.
L’evento, che ha ricevuto il patrocinio anche del Ministero della Salute, ha visto la partecipazione di numerosi esperti, tra cui Laura Dalla Ragione e Paola Bianchini del Centro per i DCA (Disturbi del Comportamento Alimentare) di Todi e Città della Pieve. Secondo i dati riferiti, le patologie del comportamento alimentare colpiscono ormai il 3%della popolazione. Vale a dire che non si tratta più di un fenomeno di nicchia, ma di una vera “epidemia”, che non risparmia giovanissimi (l’età media si è abbassata fino ad interessare bambini di 8-9 anni) o terza età.
“E questo – è stato spiegato a Castiglione del Lago – per effetto della confusione generazionale di ruoli che interessa tante fasce d’età”. Ne consegue che l’anoressia non è più la patologia prevalente. Fanno la loro comparsa altre forme ancora poco conosciute e “codificate” che hanno come comune denominatore l’ossessione per il cibo e ogni forma corporea. In netto aumento gli uomini che soffrono di tali patologie che passano dall’1% di dieci anni fa al 10% di oggi (con punte che arrivano al 20% nella fascia tra i 12 e i 17 anni). Fenomeni in continua trasformazione che necessitano di approcci diversi, sia nella fase della diagnosi che della terapia.
“Si tratta – è stato detto – di una patologia multifattoriale, dove la famiglia gioca il ruolo di alleata, piuttosto che di imputata, come si poteva credere in passato. E’ necessario infatti, per un positivo esito, che anch’essa entri nel trattamento terapeutico come parte integrante”. Ma nell’incontro di domenica scorsa si è parlato anche di obesità infantile, visti i preoccupanti livelli raggiunti in Italia che occupa il primo posto in Europa per diffusione. Il fenomeno è aumentato circa del 30%, raddoppiando tra i 6 e gli 11 anni e triplicando tra i 12 e i 17, tanto da rappresentare una vera e propria emergenza nei prossimi 10 anni.
Presieduta da Maria Grazia Giannini, l’associazione “Il bucaneve” è nata nel 2012 allo scopo di sostenere persone e famiglie che vivono una situazione problematica legata in particolare ai disturbi del comportamento alimentare, tramite l’ascolto, il supporto, l’orientamento. Al suo attivo ha l’apertura di tre punti di ascolto, a Castiglione del Lago, Perugia e Spello, di cui domenica sono state fornite statistiche sull’affluenza e descritti i servizi offerti. Nel corso del convegno è stata infine presentata la ricerca de Il Bucaneve sulla correlazione tra violenza e DCA curata e esposta da Lucia Magionami e che verrà a breve pubblicata sul sito (www.ilbucaneve.blogspot.com).
Presenti all’incontro i sindaci di Castiglione del Lago, Sergio Batino, e Spello, Moreno Landrini, che hanno sottolineato il valore dell’Associazione e l’importanza di una sua integrazione con le strutture socio-sanitarie esistenti sul territorio.
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