
Bimbo di 2 anni ucciso, fermata madre, una foto del piccolo insanguinato era stata inviata al padre
“Una foto ritraente il bambino insanguinato trasmessa molto presumibilmente dalla donna al padre del piccolo in Ungheria, tramite una piattaforma social, ha fatto scattare l’allarme”. E’ quanto dichiarato dal neo comandante dei Carabinieri, Luca Battistella, intervistato dai giornalisti il giorno dopo l’orrendo crimine commesso l’1 ottobre e che ha visto un bimbo di 2 anni ucciso e la propria madre fermata. Delitto che si è tenuto nel primo pomeriggio a Po’ Bandino, frazione del Comune di Città della Pieve.
di Marcello Migliosi e Morena Zingales
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La donna, una 44enne ungherese, ritenuta gravemente indiziata di aver ucciso il proprio figlio.
Al termine dell’attività investigativa, la cui titolarità è stata assunta immediatamente dal magistrato del pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il tribunale di Perugia, è stato emesso un decreto di fermo nei confronti della madre del piccolo.
“Gli elementi emersi a carico della donna e raccolti nelle prime fasi investigative – spiega il comandante – hanno permesso di ricostruire i suoi spostamenti, insieme al figlio, nelle ore antecedenti al fatto delittuoso, tramite l’acquisizione filmati estrapolati dalle telecamere della zona, sia da altri elementi raccolti anche di natura dichiarativa resi da testimoni presenti sul posto”.
I gravi indizi nei confronti della donna sono anche emersi nel corso dell’attività di sopralluogo svolta nelle pertinenze del supermercato Lidl della frazione di Città della Pieve, Po’ Bandino, dove all’interno di un terreno agricolo sono stati individuati numerosi oggetti appartenuti ad entrambi.
“In primo luogo – dice Battistella -, il passeggino, tra l’altro sporco di macchie al momento non meglio identificate che potrebbero essere di sangue, alcuni giocattoli, tra cui un peluche, un pannolino usato, e tracce di alimenti nelle pertinenze di un casolare abbandonato nelle vicinanze. Lì sono stati raccolti altri giocattoli, sempre di probabile appartenenza del piccolo, oltre ad una maglietta sporca di sangue con dei tagli sulla parte anteriore, indossata dal bimbo nel momento del delitto e una felpa della madre”.

Un ulteriore, importante elemento emerso – come già detto è stato l’invio di una foto ritraente il bambino insanguinato trasmessa molto presumibilmente dalla donna al padre del piccolo in Ungheria, tramite una piattaforma social che, alla vista della tragica immagine ha allertato tutte le Autorità ungheresi e ha subito inviato un’interlocuzione tra l’Ungheria e l’Italia per capire cosa fosse successo al piccolo.
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Versioni confuse e contraddittorie
“Nel corso della notte – conclude il Capitano -, all’interno della compagnia dei Carabinieri di Città della Pieve, il pm ha interrogato la madre del bimbo, in presenza del difensore, la quale ha fornito versioni confuse e contraddittorie che hanno corroborato il quadro indiziario e hanno ulteriormente fatto propendere per l’emissione del decreto di fermo eseguito sia dai militari della compagnia di Città della Pieve sia dei militari del reparto operativo nel nucleo investigativo del comandi provinciale dei Carabinieri di Perugia”.
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C’è un movente
Il movente è al vaglio dell’Autorità Giudiziaria – specifica il comandante – e non possiamo riferire su questo elemento così come i precedenti della donna che risulta censita. Il perché la donna avrebbe ucciso il figlio è un elemento ancora coperto dal riserbo investigativo.
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