
Truffe. Agiscono come poliziotti ma sono solo volontari
Notificati 17 avvisi per reati di usurpazione di funzioni, falsità ideologica, truffa aggravata e minacce a seguito della conclusione di due anni di indagini portate avanti dalla Polizia locale di Magione e da personale di vigilanza e ispezione del servizio di igiene urbana e randagismo dell’Azienda USL Umbria 1. Le indagini erano state avviate nel 2020 a seguito del sequestro di un tesserino simile a quello in dotazione alle forze di Polizia.
Successivi accertamenti hanno permesso di scoprire che gli indagati facevano capo ad una associazione di volontariato con sede principale a Monte Santa Maria Tiberina e due sedi operative nei comuni di Panicale e Passignano sul Trasimeno.
L’associazione – fa sapere la procura di Perugia – risultava riconosciuta a livello regionale per incarichi di protezione civile, servizi ambientali, assistenza alla popolazione e ausiliari del traffico ma le persone indagate si qualificavano, illegittimamente, come guardie particolari zoofile appartenenti ad una fantomatica “Sezione speciale di Polizia giudiziaria”, usurpando in tal modo le funzioni non di loro competenza.
In particolare, nel periodo investigativo, sono stati documentati episodi in cui gli associati avrebbero effettuato impropriamente l’identificazione di persone con redazione di verbali di identificazione. In due occasioni avrebbero anche inoltrato comunicazioni di notizie di reato alla Procura. Per eseguire posti di controllo e fermo di veicoli lungo le strade venivano utilizzati mezzi con lampeggiatore blu, palette rifrangenti con loghi ministeriali e indossate divise e giubbetti anti proiettili.
Negli anni erano riusciti ad accreditarsi, con qualifiche mai conseguite, presso la regione dell’Umbria come associazione di volontariato e di protezione civile, nonché stipulare convenzioni con cari Comuni della Provincia di Perugia e dell’Agenzia forestale regionale. A seguito di tali convenzioni venivano svolte attività di pubblica sicurezza anche in occasione di concerti, scortando cantanti e vigilando il backstage effettuando anche il controllo di persone e l’identificazione delle stesse.
Nel corso delle perquisizioni disposte dalla Procura all’interno delle tre sedi dell’associazione sono stati posti sotto sequestro giubbetti anti proiettile, lampeggiatori blu, captatori ambientali, palette rifrangenti con logo ministeriale, manganelli, pugnali e manette, una centrale radio, computer e telefoni cellulari nonché numerosi documenti cartacei attestanti l’attività dell’associazione la cui struttura interna era stata resa pressoché simile a quella delle Forze di polizia: tutti gli appartenenti indossavano gradi militari e nel corso dei servizi, oltre ad utilizzare uniformi identiche a quelle in uso alle forze di polizia, si muovevano con macchine di servizio munite di sirene e lampeggiatori.
In capo al presidente dell’associazione – prosegue la procura di Perugia – le maggiori responsabilità. Questi pur di tenere iscritta l’associazione di volontariato al registro della Protezione civile della Regione Umbria avrebbe attestato servizi antincendio boschivo a disposizione dell’Agenzia forestale regionale e controlli in materia zoofila-ambientale con i volontari della “Sezione speciale di polizia giudiziaria” per un comune dell’Alta Valle del Tevere mai svolti riuscendo così a conseguire un ingiusto profitto quantificato in oltre ventimila euro.
Con la notifica dell’avviso della conclusione delle indagini preliminari gli indagati potranno presentare, anche tramite i rispettivi legali, documenti a sostegno delle proprie tesi difensive chiedendo di essere sottoposti ad interrogatorio.
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