Caso positivo in più a Magione, lettore ci aggredisce, basta, portateci rispetto!
di Morena Zingales
Non sono solita scrivere articoli in prima persona, ma questa sera lo faccio. Perché sono stremata, anzi siamo stremati! Abbiamo subito l’ennesima aggressione da parte un lettore, un “perfetto sconosciuto” che ha fatto irruzione nella chat WhatsApp del direttore Marcello Migliosi e, senza nemmeno presentarsi, ci ha insultati scrivendo che quanto avevamo riportato in merito a un nuovo caso di Coronavirus in un comune umbro, non era vero e che siamo noi i giornalisti in generale la rovina dell’Italia. Il significato era più o meno questo.
Non tolleriamo più una simile cosa, sono settimane ormai! Da quanto è scoppiata l’epidemia in Italia dobbiamo lottare ora dopo ora, giorno dopo giorno, con insulti di ogni tipo, insulti da parte di soggetti che meriterebbero solo di essere denunciati.
Insulti su Facebook, sia sui commenti, sia su Messenger, insulti sui vari gruppi che utilizziamo. Basta così! Dovete portarci rispetto! Siamo essere umani anche noi e in questi giorni stiamo lavorando anche 24 ore al giorno, senza mangiare, bere e dormire. Siamo sempre disponibili a informare e lo facciamo con lo stesso spirito di sempre. L’informazione che diamo è gratis per tutti, ma non possiamo più tollerare essere chiamati stampa becera, giornalai o allarmisti e terroristi. E’ arrivato davvero il momento di finirla.
Avevo da poco fatto l’aggiornamento. C’era un nuovo caso positivo nel comune di Magione. A darne la comunicazione lo stesso sindaco della città, Giacomo Chiodini, che tramite Facebook avvisava che i casi da 2 passavano a 3. Noi alla notifica abbiamo fatto subito l’aggiornamento.
Un tizio piomba sul cellulare del direttore con una serie di parole che qui riportiamo: “Se mai il secondo caso a Magione, no il terzo!!!! Grazie ai giornalisti che l’Italia funziona alla grande….” Il messaggio è arrivato sul cellulare del direttore che me lo ha inoltrato immediatamente, invitandomi ad accertarmi. Ma io ero più che certa, la mia fonte era affidabile. Il perfetto sconosciuto non si era ancora documentato e leggendo su un’altra testata ha replicato dicendo: “Su xxxxx c’è scritto secondo caso”. Era il secondo caso fino a qualche ora fa, ma noi che colpa ne abbiamo se non quella di aver dato una comunicazione in tempo quasi reale di un terzo caso in più?
Questo è solo uno dei tanti, ne riceviamo centinaia al giorno tutti con lo stesso tono. La stessa cosa accade, comunque, a tutti i nostri colleghi di altre testate. Anche loro sono vittime di insulti giornalieri. Solidarietà a tutti loro che, come noi, stanno vivendo un momentaccio. Speriamo finisca presto. Questi siamo noi, i giornalisti che anche oggi sono andati in strada a documentare, senza mascherine perché sono finite.
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