Riccardo Capecchi coinvolto nell’operazione di droga del Perù
L’accusa è pesantissima, ma è ancora tutto da verificare. Il fotografo del Trasimeno, Riccardo Capecchi su 41 anni, si trova coinvolto in una storia più grande di lui. Vicenda che ha stravolto tutti nella cittadina del lago e che molti definiscono impossibile.
Una storia che ha dell’incredibile. Riccardo è molto conosciuto al Trasimeno, tra Castiglione del Lago (dove vive), Magione e fino a Perugia, per i suoi servizi fotografici ai matrimoni. Ma tra un servizio e un altro si è ritrovato in manette per droga. Adesso è detenuto nel carcere di Lima in Perù, da 34 giorni.
Ma facciamo un passo indietro per capire meglio.
Dall’Umbria in Sudamerica. Si racconta di una conoscenza fortuita a un matrimonio. Una persona che propone a Riccardo un offerta di lavoro interessante. Un viaggio con la sua organizzazione che offre la vendita di fuoristrada ad uso camper. Il motivo di questo è fargli realizzare un servizio fotografico per promuovere il loro business. Un offerta di lavoro che spinge Riccardo ad andare in Sudamerica.
Un viaggio che si trasforma in un incubo con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti, aggravato dal quantitativo di droga. E’ stato arrestato insieme a un altro italiano, entrambi sono accusati di far parte di una banda di narcotrafficanti italiani che stavano per esportare 291 chilogrammi di cocaina purissima dal Perù in Europa, nascosta nei tetti di furgoncini adibiti a camper.
I giornali peruviani (in particolare La Repùblica) parlano di «Mafia italiana» che «nascondeva nei tettini delle Camionetas tipo camper» e in questo scenario inseriscono anche Capecchi. Raccontano di un’irruzione all’interno di un ristorante di Lima, la polizia peruviana che gli mette le manette e lo porta in carcere.
Viene ricostruita la presenza di un clan chiamato Los Romanos attivo da tempo tra Perù e Cile e che sarebbe specializzato nel trasportare enormi quantitativi di cocaina all’interno di mezzi che vengono prima fatti imbarcare per il Sudamerica e poi vengono fatti rientrare sempre via mare.
Ma cosa c’entra in tutto questo Capecchi? Non è ancora molto chiaro. Ma secondo quanto si apprende, e secondo quanto riportano i giornali peruviani, Capecchi risulterebbe intestatario di uno dei camper utilizzati per nascondere e trasportare la droga, tanto che sul cofano dei camper ci sono gli adesivi della sua agenzia fotografica.
Come si vede sul suo profilo Facebook, Riccardo il 20 aprile si trova a Lima per fare uno shooting all’intenro di un ristorante. Ma il momento in cui Riccardo avrebbe dovuto realizzare il servizio sui camper non è mai arrivato. Anzi, pare abbia atteso oltre 20 giorni invano la chiamata del conoscente che vende camper per effettuare il lavoro, chiamata che non è mai arrivata. In manette è finito anche lui.
I primi tre arresti risalgono al 15 maggio, mentre Capecchi e altri due italiani sono in carcere dal 18 quando la polizia ha fatto un’irruzione. Capecchi è adesso in carcere. La sua famiglia è andata a chiedere aiuto alla Farnesina. Riccardo è innocente dice l’avvocato che assiste la sua famiglia dall’Italia, in stretta collaborazione con l’altro legale che segue il giovane a Lima. E’ tutto da verificare, nella speranza che presto si possa dimostrare l’innocenza del fotografo umbro.
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