Per la morte dei tre sub perugini, il titolare del diving Abc di Talamone, Andrea Montrone, un collaboratore della struttura, Maurizio Agnaletti e Daniela Lucciola, l’amministratore delegato, sono stati sentiti dal pm Stefano Pizza per ribadire che le bombole erano state ricaricate come sempre, rispettando le norme di sicurezza.
Fabio Giaimo, Enrico Cioli e Gianluca Trevani morirono nell’agosto del 2014 alle isole delle Formiche.
L’interrogatorio di oggi per chiarire la propria posizione e per evitare che la Procura chieda il rinvio a giudizio.
La donna ha specificato di avere solo ruolo di firma e di non gestire nulla nel diving Abc di Talamone.
I responsabili della struttura, secondo l’accusa, avrebbero agito in maniera poco accorta.
Le bombole – secondo le indagini effettuate – sarebbero state state caricate in un piazzale con gas di scarico sia delle barche, sia delle auto e durante la ricarica sarebbero stati utilizzati compressori vecchi e filtri non originali e scaduti da tempo.
Le perizia della Procura ha stabilito che “le bocchette d’aria dei compressori hanno aspirato aria inquinata dallo scarico dei motori a benzina dei compressori stessi. Il monossido trovato nelle bombole ha la stessa origine di quello dello scarico dei motori”.
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