Panicale perde una delle ricamatrici storiche, Fede Boldrini

Fede Boldrini, fu soprattutto colei che, insieme a poche altre continuò l’opera di valorizzazione di Panicale

Panicale perde una delle ricamatrici storiche, Fede Boldrini

Panicale perde una delle ricamatrici storiche, Fede Boldrini PANICALE – Panicale – E’ venuta a mancare giovedì scorso, all’affetto dei suoi cari, ma anche dei panicalesi, Fede Boldrini, una delle ricamatrici storiche dell’Ars Panicalensis: 94 anni di vita, circa 75 dedicati al ricamo su tulle. Allieva di Anita Belleschi Grifoni, tra le più brave ed affidabili, la sua passione per il ricamo inizia agli albori degli anni ’30, quando ha soli 10 anni. Segue con grande costanza e dedizione il percorso della sua “Maestra”, con la quale vanta anche un rapporto di parentela, e dalla quale apprende questa raffinata attività di artigianato artistico, seguendo la storica scuola.

Diventa presto abilissima ricamatrice e produce una grande varietà di lavori, nella gran parte dei casi fedeli al disegno classico dell’Ars Panicalensis e alla varietà dei suoi punti, ma a volte anche con un proprio apporto di creazione innovativa, non solo nel disegno, ma anche per esempio nella sperimentazione del colore, molto meno consueto nelle produzioni classiche. Ogni pezzo uscito dalle sue abili mani è un pezzo unico: da quelli più impegnativi (abiti da sposa, abitini da battesimo, tovaglie, veli, centrotavola) a quelli più semplici (centrini, fazzoletti, fiori da cerimonia e tanto altro). I suoi lavori sono stati più volte apprezzati dalle Sorelle Fendi e le sue produzioni sono state per tantissimi anni, insieme a quelle delle altre allieve della scuola e della ”Sorannita”, esposti in prestigiose fiere nazionali ed internazionali.

Fede Boldrini, fu soprattutto colei che, insieme a poche altre (tra cui sicuramente Anna Buono) continuò l’opera di valorizzazione di Panicale e dell’Ars Panicalensis all’indomani della scomparsa di Anita Belleschi Grifoni, avvenuta il 18 maggio 1978. Quando la prestigiosa stagione dell’Ars Panicalensis sembrava si dovesse eclissare con la scomparsa della sua promotrice, “La Fede” come la chiamavamo tutti a Panicale, e poche altre, continuarono per oltre 20 anni l’opera della “Sorannita”, tenendo alta l’attenzione su questo artigianato tradizionale in quanto forma espressiva di una certa arte e come momento di promozione per Panicale ed il suo territorio, ma anche per tramandarne alle future generazioni i saperi. E fu così che Panicale e l’Ars Panicalensis hanno continuato ad essere protagoniste in Italia e nel mondo con prestigiose fiere ed esposizioni.

A lei s’interessarono stampa e televisioni negli anni ’80 e ’90, da “Uno Mattina” a “Sereno Variabile”, ma anche il famoso fotografo e documentarista Maurizio Lieghed che a Panicale fece un servizio per la De Agostini. L’attività di Fede Boldrini s’inserì in quel vivacissimo dibattito culturale che caratterizzava la Panicale degli anni ’80 del quale uno dei più importanti protagonisti era il figlio, Luciano Lepri, storico e giornalista, che tanto ha scritto su Panicale e la sua grandiosa storia, su Anita Belleschi Grifoni e sull’Ars Panicalensis e che continua ancora oggi a ricercare e testimoniare la grande bellezza e il prestigio di Panicale, la sua amata città.

Tra la fine del vecchio e l’inizio del nuovo millennio il testimonial passa alle istituzioni: il Comune, in collaborazione con Provincia, Regione e Gal, assume il coordinamento della scoperta e della valorizzazione dell’Ars Panicalensis, sia in quanto attività di artigianato artistico tradizionale, che quale veicolo di promozione per Panicale, investendoci risorse economiche ed umane, grazie a Fede Boldrini, Anna Buono e poche altre che hanno continuato a tenere viva l’esperienza dell’Ars Panicalensis e di Anita Belleschi Grifoni, che tanto importante fu per l’economia locale dal dopoguerra in poi. “La Fede” continua a lavorare fino al 2006 e oggi l’Associazione “La Trama di Anita” la vuole ricordare e ringraziare per ciò che ha lasciato alla nostra piccola comunità e a noi spetterà il difficile compito di continuare il percorso.

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