Centrale Enel di Pietrafitta: il recovery plan è un’occasione da non perdere
La Rsu sottolinea le grandi potenzialità dell’impianto e chiama le istituzioni e la politica a dare segnali chiari: si può fare della Valnestore un polo energetico nazionale
“Dopo anni di annunci chiediamo alle istituzioni, regionali e nazionali, e alla politica tutta un segnale chiaro per il rilancio della centrale Enel di Pietrafitta, utilizzando al meglio le risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per realizzare in Valnestore un vero e proprio polo energetico di respiro
“Dopo anni di annunci chiediamo alle istituzioni, regionali e nazionali, e alla politica tutta un segnale chiaro per il rilancio della centrale Enel di Pietrafitta, utilizzando al meglio le risorse del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per realizzare in Valnestore un vero e proprio polo energetico di respiro
È quanto scrive in una nota la Rsu della centrale che ricorda come l’impianto di Pietrafitta rappresenti già un sito “dotato di tutte le caratteristiche, industriali e tecnologiche,
La rappresentanza sindacale ricorda anche che l’impianto a ciclo combinato di Pietrafitta è stato nel 2020 il secondo al mondo nel panorama della produzione Enel e nel mese di gennaio 2021 è stato selezionato come migliore centrale termica
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“Tutti elementi strategici imprescindibili per realizzare un impianto a idrogeno fortemente innovativo – insiste la Rsu – a sicuro vantaggio di Enel (che punta a produrre 2 GW di idrogeno verde entro il 2030) e delle istituzioni nazionali ed europee”. Ma secondo la Rsu, gli interventi fin qui annunciati, seppur importanti per rafforzare la presenza di Enel nel territorio, attraverso la realizzazione di un parco fotovoltaico e con investimenti nel campo delle batterie ad accumulo, non sono certo sufficienti ad assicurare un futuro ed una prospettiva solida al territorio. Ma a valle del phase-out carbone fissato entro la fine del 2030, il ruolo delle rinnovabili sarà determinante, insieme agli impianti a ciclo combinato.
Infine, la Rsu della centrale Enel di Pietrafitta vuole fare chiarezza sulla partita della riambientalizzazione dei terreni ex miniera. “Chiediamo anche qui alla politica e alle istituzioni ai vari livelli e alle parti sociali di compiere delle scelte ambiziose – scrive ancora la rappresentanza dei lavoratori – che possono essere davvero un punto di svolta per lo sviluppo del territorio umbro nell’
Non serve dunque disperdere risorse, come quelle del Recovery Fund, su improbabili progetti futuribili, ma occorre valorizzare gli asset competitivi già esistenti e puntare ad un polo energetico Umbro degno di questo nome”.
Pwersonalmente da molto tempo(2020-2021)avevo interessato via e-mail levarie Istituzioni ( regione, comuni, responsabili deivpartiti, ecc.ecc.) pechè avessero prodotto un progetto secondo PNRR per un impianto di produzione idrogeno green nella ex area Enel Produzione di Pietrafitta. Avoevo evidenziato tutte le peculiarità presenti:400 ettari della ex miniera, il lago con capacià di 18 milioni di mc. n° 7 line AT a 132 KV, una a 240 KV, l metanodotto , diametro 600 mme pressione di 80 bar, che si collega alla rete tirrenica in località Ponticelli, sotto Città della Pieve. Ebbi un cnfronto accso con l’Assessore Fioroni, causa il benestare per l’imianto destinato alla ex centrale di Bastardo, che si giustificò dicendo che si erano fatti avanti dei privati: Angelelli e Farchioni.