Uccide la moglie e si toglie la vita, omicidio-suicidio a Tuoro sul Trasimeno, chi erano Francesca e Lamberto
I corpi senza vita di Francesca Giornelli e Lamberto Roscini, marito e moglie sessantenni, sono stati rinvenuti nel tardo pomeriggio di martedì 28 marzo in una abitazione di via Sette Martiri, a Tuoro sul Trasimeno, lungo la strada che porta verso il lago. A dare l’allarme il vicino di casa, dove i due vivevano, che non riusciva a contattarli e quindi ha chiamato i vigili del fuoco.
Lei è stata trovata nel suo letto, coperta da un lenzuolo, lui era in veranda, impiccato.
Gli inquirenti, guidati dal pm di turno Gennaro Iannarone, hanno svolto le prime indagini e già a qualche ora dal ritrovamento dei due cadaveri, hanno imboccato la strada dell’omicidio-suicidio. Nell’abitazione i carabinieri della stazione di Tuoro, diretti dal comandante della compagnia di Città della Pieve Luca Battistella, hanno trovato dei biglietti in cui l’uomo ha confessato di aver ucciso la donna, strangolandola. Sul posto il medico legale Sergio Scalise Pantuso ha effettuato un primo esame esterno sui corpi, di cui è stato disposto il trasferimento all’obitorio del Santa Maria della Misericordia di Perugia.
Da quanto appreso, prima Lamberto avrebbe soffocato nel letto Francesca e poi, probabilmente sopraffatto dal rimorso, si sarebbe ucciso impiccandosi nella veranda esterna. Dall’esame del medico legale Sergio Scalise Pantuso la conferma del soffocamento avvenuto tra il pomeriggio e la sera di lunedì 27 marzo. Il pm di turno Gennaro Iannarone ha comunque disposto le autopsie.
«Secondo quanto scritto nei biglietti l’uomo al culmine di una lite verosimilmente scaturita anche a causa di un uso forse eccessivo di sostanze alcoliche da parte della donna – ricostruisce la Procura – l’avrebbe uccisa soffocandola, togliendosi poi la vita mediante impiccamento nel cortile esterno».
La notizia del ritrovamento prima dei corpi senza vita di Francesca e Lamberto e poi delle notizie di quanto accaduto ha sconvolto la comunità di Tuoro. Il piccolo paese di Tuoro questa mattina si è risvegliato frastornato.
Conosciuti in paese, la tragedia di via Sette Martiri ha certamente segnato nel profondo una comunità molto tranquilla.
Lei era figlia di Franco Giornelli, attore e regista di Perugia. Era tornata in Umbria dopo anni passati all’estero e qualche tempo aveva cercato lavoro anche come insegnante di inglese. Tra l’India e il Medio Oriente c’erano sicuramente i suoi paesi preferiti. E poi il vizio di bere della donna. Francesca lascia una figlia di 30 anni, nata da una precedente relazione.
Lamberto Roscini era originario di Perugia, dove la famiglia aveva gestito per anni una attività nella zona di Elce, racconta chi lo aveva frequentato, era da tempo in pensione. Lui era particolarmente conosciuto tra i vicini era maniaco della pulizia
Una relazione tormentata e difficile: così ha detto chi li ha conosciuti. «Litigavano spesso, ma lui sembrava sempre assecondarla. Lui spesso dormiva in macchina perché lei lo mandava via di casa. Qualsiasi cosa accadesse tornavano sempre insieme. Andavano spesso via in altri paesi – raccontano –, di recente anche a Dubai. Ma Francesca voleva sempre tornare a Tuoro, alla fine». Lei una donna fragile, un tempo bellissima, e oggi di una magrezza preoccupante.
Il comunicato della Procura della Repubblica di Perugia
Alle ore 19:00 circa di martedì 28 marzo, i Carabinieri della Compagnia di Città della Pieve sono intervenuti in Tuoro sul Trasimeno, a seguito di segnalazione pervenuta al “112 NUE” da parte di un uomo il quale aveva poco prima rinvenuto il corpo senza vita di un vicino di casa, del 1956, impiccato al di sotto di una tettoia all’esterno della propria abitazione.
I Carabinieri, unitamente ai sanitari del “118”, sono entrati senza sforzo nell’abitazione dell’uomo, la cui porta era chiusa ma con le chiavi inserite esternamente nella serratura. Una volta all’interno, nella camera da letto hanno trovato il corpo senza vita di una donna, del 1966, compagna e convivente dell’uomo trovato all’esterno dell’immobile.
L’attività di indagine avviata nell’immediatezza con il coordinamento della Procura della Repubblica, e il conseguente sopralluogo, hanno permesso di rinvenire nell’appartamento alcuni biglietti manoscritti che, in sintesi, ripercorrevano le fasi di quanto accaduto, riconducendo molto probabilmente il delitto ad un “omicidio/suicidio”.
Secondo quanto scritto nei biglietti, l’uomo al culmine di una lite verosimilmente scaturita anche a causa di un uso force eccessivo di sostanze alcoliche da parte della donna, l’avrebbe uccisa soffocandola, togliendosi poi la vita mediante impiccamento nel cortile esterno.
Il successivo intervento sul posto del magistrato del pubblico ministero di turno e del medico legale ha permesso in linea di massima di confermare la dinamica poco prima descritta, facendo risalire la commissione del delitto al pomeriggio/sera del 27 marzo, consentendo di escludere con alta probabilità il coinvolgimento di terzi nel reato. Le salme sono state messe a disposizione dell’Autorità Giudiziaria e sarà espletata comunque nei prossimi giorni su di esse l’esame autoptico per avere certezza delle cause della morte.
I carabinieri intervenuti hanno anche sottoposto a sequestro alcuni oggetti personali delle vittime, quali gli smartphone oltre ai già citati i biglietti manoscritti rinvenuti all’interno dell’abitazione, nella quale i due vivevano in affitto da qualche tempo.
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