Centrale Enel Pietrafitta, futuro investimenti sicurezza occupazione

Centrale Enel Pietrafitta, futuro investimenti sicurezza occupazione

Centrale Enel Pietrafitta, futuro investimenti sicurezza occupazione

da Euro Angeli (Segretari generale per la Filctem Cgil Perugia)
Prima di parlare del futuro della centrale facciamo dei brevissimi cenni del passato per capire come mai siamo qua:

1958 – avvio centrale con Angelo Moratti e la società mineraria Trasimeno.

1962 – la proprietà passa ad ENEL. Lo Stato, ritenendo di primaria importanza per lo sviluppo e l’ammodernamento del Paese la produzione e distribuzione dell’energia elettrica, decide di nazionalizzare le centrali elettriche.

1980 – Pensando all’esaurimento della miniera di lignite in questi anni si comincia a pensare alla riconversione, si propone una centrale a carbone a letto fluido con due turbine da 75 MWh

1990 – Va in esaurimento la lignite, si cominciano le opere di riconversione, utilizzando il personale della centrale, ma alla fine degli anni ’90, ritenendo non più vantaggioso il progetto di una centrale a carbone, a seguito di numerose lotte sindacali, si ottiene la progettazione e poi l’istallazione della centrale attuale, creando uno dei primi impianti a turbo-gas riconvertiti dal carbone a ciclo combinato chiuso, composto da una turbina di 250 Mwh e altre 2 da 50 MWh ciascuna, alimentate dal vapore prodotto dal recupero di calore, per un totale di potenza produttiva di 350 MWh.

In questi vari periodi con la miniera e la centrale a pieno regime si sono toccate punte di occupazione pari a 300 unità. Oggi il tutto si riduce ad una proposta di Enel pari 24 unità a regime, con una struttura che dovrebbe prevedere 2 linee di turno con 6 operatori più 2 fuori turno, 3 addetti manutenzione meccanica, un chimico, 2 addetti elettro regolatori, e 4 impiegati di staff.

Riflettiamo insieme: non tutte le centrali sono uguali ed una ricetta che potrebbe andare bene sulla carta, nella realtà produttiva può avere dei risvolti fortemente negativi.

Abbiamo ribadito con forza che questo dimensionamento proposto a luglio 2019 non è al momento attuabile alla centrale di Pietrafitta per molteplici motivi. Solo nell’ultimo periodo, a partire da ottobre 2018, sono state inserite 7 nuove figure nei turni, in sostituzione delle uscite e per rafforzamento reparto. Figure necessarie per condurre la centrale, ma arrivate in ritardo rispetto alle uscite per pensionamento, comportando la necessità di ricorrere a straordinari e perdita di tanti giorni di riposo per effettuare la formazione necessaria.

In maniera approfondita e puntuale abbiamo comunicato, al tavolo nazionale, ribadito al tavolo territoriale e all’incontro con il Prefetto, le nostre perplessità sulla nuova organizzazione. Le ripetiamo oggi per l’ennesima volta. Sono ormai 10 anni che non si fa più una manutenzione programmata, con fermo dell’impianto e revisione di tutte le parti usurate nel tempo. Nell’ultimo periodo si sta portando l’impianto ad uno stress elevato, con cedimenti sempre più frequenti che creano mancati avviamenti e sempre più numerosi problemi di sicurezza, riducendo al contempo i MWh prodotti (e di conseguenza anche i guadagni dell’impianto stesso). Perdite che non possono essere recuperate aumentando il fattore di rischio per i lavoratori della centrale e per l’ambiente esterno.

Chiediamo dunque investimenti, partendo dall’ammodernamento della centratale, sia dal punto di vista dei rendimenti che da quello delle emissioni. Ma non basta avviare progetti di produzione con fonti rinnovabili e stoccaggio di energia con batterie ricaricabili (progetto Storage).

Vale economicamente mantenere questa posizione aziendale o fare questi interventi di ammodernamento ed un numero più adeguato del personale?

Oggi denunciamo anche il fatto che Enel in Umbria non investe abbastanza secondo noi neanche sulla rete, riducendo sempre di più il personale, non sostituendo i pensionandi ed allontanando di più i centri direzionali, perdendo sempre di più quel giusto rapporto di confronto ed investimenti, di efficienza ed ammodernamento sul territorio.

Subappaltare la manutenzione è la strada giusta? O sarebbe meglio usare le nostre risorse già formate su altre centrali, oggi non in funzione?

I mancati MWh prodotti i mancati guadagni che valore hanno, come impattano sulle decisioni per il futuro di Enel in Umbria?

Per noi il funzionamento della centrale e della rete, la sicurezza ed i carichi di lavoro adeguati, vengono al primo posto ed avranno la precedenza su ogni azione presente e futura. Evidentemente non abbiamo tutti lo stesso interesse collettivo, ma per altri viene prima l’interesse individuale, deleterio per il futuro che noi immaginiamo per la centrale e per Enel Spa, in Italia e nel nostro territorio.

1 Commento

  1. Le Amministrazioni locali, Comuni, e Regione, fino ad ora non sono riusciti ad ottenere un giusto compenso , da parte dell’Enel Produzione SpA , per tutto quello che è stato negli anni il disagio dei cittadini tutti, per l’impatto subito, prima con le unità PF1 e PF2 alimentate a lignite , poi con le Unità PF3 e PF4 , alimentate a gasolio,TG a ciclo aperto, e dal 2003 PF5 alimentata a gas metano. E’ arrivata l’ora che Enel Produzione metta la mano sulla coscienza e si mostri disponibile alle richieste più volte esposte dalle Istituzioni locali, vogliamo il miglioramento della sicurezza interna ed esterna alla centrale, vogliamo più occupazione , possibilmente da reperire in sito . Non vogliamo assistenza, ma lavoro vero . E’ dal 1920 che questa vallata è stata vocata alla produzione di energia , non vogliamo perderla ora.

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