Calendario venatorio: no alla pre apertura dall’Enalcaccia di Castiglione

Marco Arcangioli, presidente della sezione castiglionese di Enalcaccia, interviene sulle proposte delle associazioni venatorie umbre relative la calendario 2016 e fa un appello alla responsabilità di tutti per la salvaguardia del patrimonio faunistico regionale.

«È auspicabile che da quest’anno – scrive Arcangioli – le associazioni venatorie umbre rivedano le proposte da presentare sul calendario venatorio 2016, specialmente sulla pre apertura. Innanzitutto va detto che la legge nazionale impone che le specie interessate, subiscano detrazioni dei giorni di caccia, anticipando così la rispettiva chiusura per tanti giorni quanti quelli di anticipo e determinando, di fatto, una chiusura anticipata della caccia: infatti negli ultimi giorni del mese di gennaio sono praticamente tra le poche presenti e cacciabili (acquatici e colombaccio) nel territorio.

Bisogna altresì smettere di utilizzare la tortora come “capro espiatorio” per motivare la pre apertura, perché sappiamo perfettamente che la stessa inizia la migrazione dopo i primi temporali di agosto e solo in qualche area si concentrano delle “rimanenze”, praticamente irrilevanti da un punto di vista di importanza numerica, che ne giustifichino il prelievo. Tra l’altro, bisogna anche sottolineare, che la caccia per specie tende ad essere molto incisiva, in quanto prevede, una concentrazione troppo forte di cacciatori in alcuni territori, diventando così “intollerabili ambientalmente” e determinando contrazioni severe nelle presenze dei contingenti stanziali, come il colombaccio, che paga un tributo molto alto, per questa scelta. Non parliamo poi della quaglia, per la quale non c’è nessun motivo di cacciarla in maniera anticipata, anche al fine di salvaguardarla da una ricerca troppo invasiva e selettiva.

Enalcaccia fotoSintetizzando, dunque, è bene che l’apertura della caccia torni ad essere esercitata dalla terza domenica di settembre in modo generale, proprio al fine di alleggerire le pressioni, essendo diversificata su più specie, restituendo anche quelle settimane determinanti per consentire una piena o perlomeno accettabile maturazione delle nidiate, recuperando così le ultime giornate di gennaio e dimostrando una visione responsabile per la gestione di un patrimonio faunistico importante per la nostra regione».

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